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INTERVISTE

Capello: “Milan, con Tare e Allegri sono fiducioso. Vlahovic? Dico che …”

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Fabio Capello, ex giocatore e allenatore del Milan, ha parlato dei rossoneri in un'intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport in edicola
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex giocatore ed ex allenatore del Milan, ha parlato dei rossoneri in un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Milan, senti Capello: "Contro la Cremonese emersi i soliti problemi"

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Capello su Milan-Cremonese 1-2 di sabato scorso a 'San Siro': «A un certo punto, vedendo la partita, ho detto a mia moglie: “Questa è la squadra dello scorso anno”. Sono emersi tutti i problemi che c’erano già nella stagione passata: ritmo basso, posizionamento errato quando si perde palla e, cosa più importante, mancanza di personalità».


Sulla sconfitta per mancanza di personalità nel giorno del debutto di Luka Modrić: «Lasciamo stare Modrić che è la classica eccezione che conferma la regola. Per il resto, i difetti sono evidenti. Prendiamo Santiago Giménez, sembra soffrire 'San Siro'. E allora si torna al solito discorso: giocare con la maglia del Milan in quello stadio non è come farlo altrove».

Su Massimiliano Allegri che ha parlato di squadra che "fatica a percepire il pericolo": «Ha ragione, ma tutto nasce dall’atteggiamento e dal posizionamento. Quando il Milan perde palla, è sempre fuori equilibrio e gli avversari possono sfruttare spazi e tempi, perché ripartono in quattro o cinque completamente liberi. Ruben Loftus-Cheek, per esempio, fatica a tornare e Youssouf Fofana si spinge molto in avanti: gli indizi c’erano già stati contro il Bari in Coppa Italia».

Su Allegri a cui si può rimproverare tutto, fuorché di trascurare la fase difensiva: «Certo, è indiscutibile. E sono sicuro che Max ci lavorerà, perché a livello tattico è il primo difetto evidente. Poi ci sono quelli dei singoli: al Milan non si marca “sentendo” l’attaccante, ma si guarda solo la palla. Allegri dovrà correggere parecchie cose, serve però la disponibilità dei calciatori. Ogni tanto sabato sera ho visto qualcuno rientrare “corricchiando”, senza la giusta cattiveria. Per fare un esempio contrario, nel Napoli tutti e undici se perdono palla si mettono nelle condizioni di recuperarla o almeno tornano velocemente in posizione. Al Milan questo non si vedeva l’anno scorso e non si è visto nemmeno contro la Cremonese».

Capello sulla manovra del Milan contro la Cremonese: «Se mi ha convinto? Ovviamente no. Se giochi a ritmo basso, tutto si complica. L’unico a provare ad accendere la luce era Modrić, ma le difficoltà partivano in difesa, nell’impostazione».

"Penso proprio che Allegri abbia fatto richieste nel vertice di mercato"

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Su Allegri che non si è lamentato del mercato nonostante la sconfitta, come invece fece Antonio Conte un anno fa dopo Verona-Napoli 3-0: «Max ha una comunicazione differente, è sempre equilibrato e ha voluto proteggere la squadra. Ciò non significa, però, che con la dirigenza non abbia fatto sentire la propria voce. Il Milan, per esempio, contro la Cremonese non aveva un attaccante vero in panchina. Sono sicuro che qualche altro allenatore l’avrebbe fatto notare ai microfoni ...».

Capello su Allegri che avrà fatto richieste nel vertice di ieri a 'Casa Milan': «Penso proprio di sì. Più volte ho detto che le squadre si costruiscono con la teoria dell’albero: un difensore centrale solido, un centrocampista che scherma e avvia l’azione, un centravanti che segni. Qualcosa nell’albero del Milan manca e Max, mi pare chiaro».

Capello sulla possibilità che arrivi Dušan Vlahović al Milan: «L’ho detto e lo ripeto, Dušan lo vedrei bene al Milan. E poi Allegri lo conosce a fondo. Ma non voglio sostituirmi a Igli Tare che è molto bravo a fare il suo lavoro. Sono convinto che nell’incontro di ieri Max e Igli abbiano fatto una giusta disamina di cosa serve alla squadra, poi bisogna confrontarsi naturalmente con le possibilità economiche del club».

Sulla possibilità di bruciare l'entusiasmo per l'arrivo di Tare e Allegri con un mercato non all'altezza: «Il rischio c’è. Ma alla fine io resto fiducioso, proprio perché ci sono due professionisti d’eccellenza come Igli e Max».

Su Allegri che, però, può lavorare solo sul campo: «E lo farà bene. Chiaramente il Milan non potrà essere quello visto sabato sera contro la Cremonese e il tecnico livornese è il primo a saperlo. Si rimboccherà le maniche, ma dovranno farlo pure gli altri, a cominciare proprio dai giocatori».