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Capello: “Maldini, Scudetto vinto dicendo di no per Rangnick al Milan”

Intervista Capello AC Milan

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato della stagione appena trascorsa dai rossoneri di Stefano Pioli. Ecco le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

Fabio Capello, ex allenatore del Milan ed oggi opinionista per 'Sky Sport', ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'Tuttosport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni.

Capello sul passaggio di proprietà del Milan: "Diamo merito all'ultima gestione per l'ottimo lavoro svolto. Un grazie a Maldini e Massara, bravissimi a indovinare gli acquisti dei giocatori e complimenti a Pioli per quanto fatto. Vincere lo Scudetto con la diminuzione delle spese di bilancio è una cosa rara. Adesso ci sarà un nuovo proprietario che sa come funziona il Milan. Bisogna vedere quali sono le ambizioni. I rossoneri sono una buona squadra, ma se si vuole essere competitivi anche in Europa manca qualcosa: dei giocatori con una certa esperienza, con un valore da Champions. Servono innesti per migliorare la rosa, consci che, a causa della concorrenza inglese, non sarà facile".

Sul Milan di RedBird che riparte da Maldini, Massara e Pioli: "Mi sarei meravigliato se non fosse stato così. Quando trovi un gruppo che funziona, che negli ultimi anni è arrivato primo e secondo, che ha trovato dei giovani che oggi sono maturati e tra cui c'è qualcuno che si dice possa valere 100 milioni, beh, non cambi. Era una scelta quasi obbligatoria".

Sulla bravura di Maldini da dirigente: "Il suo è un talento fuori dall'ordinario. Paolo è un ragazzo molto intelligente. Quando venne convocato per la prima volta da Liedholm in pochi gli diedero credito. Io pensavo non fosse pronto per la titolarità del Milan, ma fin da subito intraprese una grande carriera. Ora ha iniziato un lavoro diverso, ma ha già dimostrato di essere un fuoriclasse. Ha capito con chi lavorare e come entrare in questo nuovo mondo. Chapeau".

Sull'utilizzo del suo carisma nelle trattative di mercato: "Sì, ci sta. Vedi la trattativa per portare Theo a Milano. La verità è che il cognome Maldini, unitamente al carisma di Paolo, ha un certo effetto su tutti".

Su Massara: "Ha avuto un grande maestro che è Sabatini. Questo fatto, unito alla sua intelligenza e competenza calcistica, lo ha aiutato molto. Con Maldini hanno creato un'unione di idee e volontà, lampante nei risultati".

Su Pioli: "Bravissimo. Grande merito del successo va a come ha mantenuto la concentrazione. E per come ha rimesso la squadra sul binario giusto dopo le sconfitte. Però bisogna dire che la grande forza di questo Milan nasce dall'opposizione a Rangnick. Elliott aveva deciso di puntare sul tedesco, loro si sono opposti a questo. La società aveva cercato di portare al Milan qualcuno senza chiedere a chi di dovere cosa ne pensasse".

Fabio Capello AC Milan

Sul modello RedBird, che, basandosi su statistiche e dati, ha portato il Tolosa in Ligue 1: "Io non conosco tale metodo. Ma credo in quelli che capiscono nei giocatori e nel calcio. Va bene studiare gli atleti in video, ma la cosa importante è trovare quel calciatore che migliora la squadra. Ripeto, migliora. Non deve essere uguale a quelli già in rosa, questo sarebbe un grave errore. Il nuovo acquisto deve essere più forte di un 10% di quelli che hai già in casa. Giocare nel Tolosa è facile, farlo a San Siro è difficile. Poi, certo, alcune tecniche possono anche funzionare, speriamo però non creino confusione sulla scelta dei giocatori".

Su Elliott che ha vinto spendendo poco e dando forza alle idee: "Meglio spendi, più vinci. Spendere per spendere è l'errore più grave che uno possa commettere. Sapere dove mettere le mani, dove migliorare la squadra, le caratteristiche fisiche, morali e tecniche dei tuoi giocatori. Tutto questo è determinante. Non so se le equazioni di RedBird valutino anche questi aspetti".

Capello sui giocatori incedibili in questo Milan: "Non saprei. Maignan ha fatto la differenza in tante partite. Leao e Theo Hernández sono cresciuti in modo esponenziale. Ma la caratteristica più importante che si è vista quest'anno, che è una cosa che non si compra, è lo spirito di squadra creato da Pioli".

Su Donnarumma e Calhanoglu possibili pentiti di aver lasciato il Milan: "Metterei in evidenza queste cose: i rossoneri avevano fatto bene a ingaggiare il turco, mentre da parte del portiere italiano c'è stata poca riconoscenza verso il club che lo ha lanciato".

Sul Milan di Pioli che può aprire un ciclo: "A livello internazionale no, in Italia può continuare a vincere. Ma servono giocatori internazionali, che facciano aumentare la qualità della rosa".

Su quanto c'è di Ibrahimovic nello Scudetto: "Molto. Per spirito, voglia, determinazione e carisma. Dove va, vince. È innegabile che abbia qualcosa nel suo DNA che riesce a trasmettere pure ai propri compagni e che sia sinonimo di successo".

Capello su dove il Milan ha vinto il campionato: "Nella continuità. Anche quando hanno perso le partite, non si sono mai fermati".

Sul Milan che sulla carta era meno forte dell'Inter: "Si diceva lo stesso anche della Juve e del Napoli. I rossoneri avevano una loro convinzione: Pioli voleva migliorare il secondo posto della passata stagione e tutti insieme ci sono riusciti".

Capello sul punto in comune con il suo Milan negli anni Novanta: "La voglia di vincere. Ma nel nostro periodo il calcio italiano era il top al mondo, ogni club aveva dei campioni in rosa".

Sugli obiettivi del Diavolo nella prossima stagione: "Con lo Scudetto cucito sul petto, diventi la squadra favorita. Ora sei Campione d'Italia e devi puntare alla seconda stella". Milan, colpo a sorpresa sulla sinistra? Le ultime news di mercato >>>

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