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Calvano: “Milan, che impatto Ibrahimovic! Seedorf invece pretendeva tanto”

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Simone Calvano, oggi centrocampista del Monopoli, ripercorre la sua esperienza al Milan: ecco le sue parole
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Simone Calvano, oggi centrocampista del Monopoli, ripercorre la sua esperienza al Milan (2010-2012) in un'intervista a La Giovane Italiana. Ecco, di seguito, le sue parole.

Poi arriva il Milan... Se non ho visto male, con la Primavera hai vinto anche la Coppa Italia.

“Esatto, negli Allievi Nazionali sono stato acquistato dal Milan. Ho fatto due anni in Primavera e poi un anno aggregato alla prima squadra. Era la stagione dello scudetto con Allegri, se non sbaglio il 2010/2011. Poi abbiamo vinto la Coppa Italia. In quegli anni la Primavera era molto competitiva, c’erano tanti ragazzi che poi hanno fatto carriera. Quella vittoria fu davvero importante. Ho trascorso un anno un po’ a cavallo tra Primavera e prima squadra. Ho avuto la fortuna di far parte della rosa che vinse lo scudetto, un’esperienza che ha segnato l’inizio della mia carriera professionistica”.


Entrare da giovane nello spogliatoio di una squadra come quel Milan, ricco di campioni, deve essere stato forte. Com’era allenarsi con, ad esempio, un certo gentleman come Ibrahimovic?

“Impari subito le regole, come ci si comporta in uno spogliatoio del genere. All’inizio ero veramente imbarazzato: tutti campioni, io un ragazzino. Il confronto umano con certi giocatori, che fino a pochi giorni prima vedevi solo in TV, è forte. Però col passare dei giorni iniziano a coinvolgerti, ti fanno sentire parte del gruppo. È stata un’esperienza formativa e bellissima. Io ero molto timido, parlavo poco, facevo il mio. Però ho imparato tanto”.

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C’è qualche giocatore in particolare che ricordi con affetto, che ti ha lasciato qualcosa in più?

“Sì, mi ricordo in particolare Abate e Antonini. Erano quelli che mi stavano più vicino, forse anche perché erano più giovani rispetto ad altri e riuscivano a entrare più in sintonia con me. Poi c’era Seedorf, che pretendeva tantissimo da me, come anche Ibrahimovic: lui pretendeva molto da tutti, specialmente dai giovani. Ma i rapporti più diretti li ho avuti con Abate e Antonini. Con gli altri no, forse anche per la mia timidezza e perché, onestamente, sembravano di un altro pianeta”.

E poi è arrivato anche l’esordio…

“Sì, ho esordito in Coppa Italia contro la Lazio, subentrando a Robinho. È stata un’emozione enorme, un riconoscimento a tutto il percorso fatto fino a quel momento. Un momento che ricorderò sempre. Da lì è iniziata ufficialmente la mia carriera, con tutti i suoi alti e bassi”. LEGGI ANCHE: Milan, i prestiti fruttano un bel bottino. Da Morata a Kalulu: ecco quanto>>>

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