E quindi, vuoi non vuoi, non do ascolto a Giorgio e vado. Parto con molta voglia di dimostrare. Fino ad ottobre però non giocavo e quella cosa mi pesava: 'Cavolo, ero andato via dalla Juve per giocare...'. L'ho sofferto tanto, volevo dimostrare tanto e non ero neanche entrato in partita. Il mister mi diceva che ero abituato a giocare a tre e lui giocava a quattro, dovevo imparare. Ero giovane, volevo imparare il prima possibile. Ero venuto per dare una mano e mi sentivo inutile. Sono arrivato a ottobre e mi son fatto male al tendine d'Achille e mi è caduto il mondo addosso. Ho provato una nuova sfida per giocare, non ci sono riuscito e mi sono pure fatto male. E' stata una botta importante mentalmente. Avevo vissuto due anni al top, abituato a giocare e a vincere. Ho sofferto quel periodo. E poi l'infortunio era una roba grossa, sapevo che poteva penalizzarmi"
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