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INTERVISTE

Cafu: “Ho creduto che Pato fosse il più forte centravanti brasiliano”

Cafu parla di Pato e degli infotuni al Milan (Getty Images)
Marcos Cafu, ex terzino del Milan, ha parlato dei suoi anni trascorsi in rossonero e delle sensazioni avute nel vedere Pato in allenamento

Carmelo Barillà

Marcos Cafu, ex terzino di Roma e Milan, ha parlato dei suoi anni trascorsi in rossonero e delle sensazioni avute nel vedere Pato in allenamento. Queste le sue dichiarazioni al Podcast Denílson Show: "Eravamo io, Nesta e Maldini. Durante un allenamento stavamo facendo gli 1 contro 1 e dicevamo 'chi va contro Pato?'. 'Capitano vai' mi disse Maldini, lui mi chiamava così. E poi 'vai Nesta' diceva Maldini. Non riuscivamo a prenderlo. Quando Pato arrivò, dissi a Serginho: 'Il più grande centravanti della storia del calcio brasiliano è di fronte a noi'. Lui tagliava a destra e a sinistra, calciava di destro e di sinistro, calciava le punizioni e faceva anche gol di testa. Aveva una forza e un cambio di direzione che non sapevi mai come prenderlo, e quando ti saltava diceva: 'Maldini…ciao ciao'. Rimanevo a guardare Pato in allenamento".

Alexandre Pato Milan 2012-2013

Pato, a detta di Cafu, era una forza della natura:"Io ho visto Pato nel Milan, non ti sto raccontando ciò dopo aver visto un video in televisione. Mi sono allenato con lui. Gli davo 5 metri per vedere se gli stavo dietro e non ce la facevo. Andai via al termine del mio contratto e chiamavo per chiedere come stesse il ragazzo. Infortunato mi rispondevano. Un piccolo problema nulla di grave. Giocava una partita e ne saltava due".

I problemi muscolari frenarono il grande talento di Pato:"Parlavo con Serginho e gli dicevo: 'E il nostro ragazzo?'. A riposo, non gioca perché non ha continuità. Allora mi chiedevo: 'Ma se stava volando. Inspiegabile'. Lo accusavano di una muscolatura debole e di troppo lavoro sulle gambe. Io chiedevo a Pato: 'Dove vai?' E lui rispondeva a fare lavoro muscolare. Avevo visto in lui un potenziale che da tanto tempo non vedevo in un centravanti. E guarda, io ho giocato con Romario, con Bebeto, con Careca, con Edmundo, con Luisao, con Shevchenko”.

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