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Brocchi: “Riserva al Milan? Sì, ma di tre mostri. Vi racconto due aneddoti”

Cristian Brocchi nel 2003 con il Milan (credits: GETTY Images)

Cristian Brocchi ha parlato in una lunga intervista con Suma. L'ex allenatore del Milan, ora al Monza, ha parlato del suo passato da calciatore rossonero

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - I ricordi di Cristian Brocchi al Milan da calciatore. Ecco un estratto dell'intervista rilasciata con il collega Mauro Suma.

"Solo in due stagioni sono stato titolare, nelle altre sono sempre stato il primo o secondo cambio. Quando hai davanti Pirlo-Gattuso-Seedorf non ti devi vergognare di essere il primo cambio. Negli anni ci sono state partite dove ho fatto errori, ma tutti ne fanno. Però penso che quando ricordi delle partite chiave in quegli anni lì, per me era una grande soddisfazione. Ancelotti poteva fare affidamento su di me, alcune volte mi ha messo anche al posto di Pirlo".

Sul Derby di Champions League: "Io ero esaltato sia perché venivo da un quarto di finale con l'Ajax giocato da titolare, sia perché l'euro derby dà emozioni incredibili. Ho provato tantissime emozioni, non passavano mai i minuti prima della partita. Era una tensione positiva, non era paura. Quando con il pullman siamo arrivati allo stadio è stato qualcosa di meraviglioso, percepivi nell'aria un clima diverso. E' indimenticabile non solo per la partita ma per l'adrenalina provata".

Sulla stagione 2006/2007: "L'umiltà è fondamentale in ogni giocatore. Ho sempre saputo che per stare al Milan potevo non essere un titolare, ma io nella mia carriera lo sono sempre stato. Ma devi avere l'umiltà di capire chi avevi davanti. In quel momento lì si doveva puntare su di me e io ero pronto. Penso che per essere titolare in tutte le squadre dove ho giocato qualche qualità l'ho dimostrata, ma in quel Milan là avevo dei mostri davanti. Ricordo una partita a Udine che eravamo in difficoltà. Mi alzai nel spogliatoio e parlai, poi feci un assist. A volte un po' sono stato offuscato dai grandissimi campioni, ma mi sono ritagliato un ruolo molto importante".

Sul suo inserimento in spogliatoio: "Penso sia qualcosa di naturale. Ci sono delle persone che fingono e delle persone vere. Io penso di essere sempre stato vero. Sono sempre stato me stesso. Onesto, sincero, ho sempre lavorato. La mia famiglia e il Milan mi hanno insegnato l'educazione, non serve urlare e fare sceneggiate. Se le cose si dicono con educazione si apprezzano anche di più. I miei compagni lo hanno percepito, non ero finto. Il mio miglior amico era Gattuso e lui giocava sempre al posto mio. Era più forte ed era giusto così". Leggi l'intervista completa >>>

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