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Brocchi: “L’esperienza da allenatore al Milan? Vi spiego”

Cristian Brocchi, ex tecnico del Milan (credits: GETTY Images)

Ricordi e retroscena raccontati da Cristian Brocchi nel corso di un'intervista ai microfoni di Sky Sport. Parla l'ex allenatore del Milan, ora al Monza

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - Cristian Brocchi ha parlato di alcuni interessanti temi ai microfoni di Sky Sport 24, ricordi del passato e non solo nelle parole dell'ex calciatore e allenatore del Milan, ora sulla panchina del Monza di Berlusconi e Galliani.

Gli inizi da allenatore: "Ho iniziato con gli allievi del Milan perché me l’aveva proposto Galliani. Sapevo che sarei potuto tornare sui miei passi quando volevo, ho capito che mi piaceva farlo. Non basta essere un calciatore per poi diventare allenatore. Da ogni allenatore ho imparato qualcosa, nel bene o nel male, ti crei così il tuo credo. Mi rivedo nelle modalità di Ancelotti e Reja per la gestione di gruppo, a livello tattico Prandelli è stato il migliore che ho avuto ma voglio essere me stesso e non scimmiottare gli altri. In Cina (da assitente di Fabio Capello, ndr) ho imparato tanto sul piano caratteriale e gestionale, anche per entrare nella testa di giocatori e dirigenti, mi sono formato tanto lì".

L'avventura al Milan: "Non è arrivata troppo presto l’esperienza al Milan, è arrivata in un momento difficile. Si parlava di me come un allenatore di prospettiva, io sono rimasto umile ma avevo contro qualcosa di difficile da gestire, perché la squadra era in difficoltà. Ho fatto tanti anni tra settore e prima squadra, era un sogno, bisogna arrivare nei momenti giusti".

"L'amore nei confronti del Milan non cambierà... Galliani e Berlusconi hanno conquistato i successi grazie alla mentalità vincente che hanno costruito, non dovevi mai accontentarti".

Sulla situazione contingente legata al coronavirus: "La nostra categoria è molto a rischio, la Serie C non ha gli introiti della Serie A, è capitanata da 60 persone che mettono soldi di tasca propria grazie al loro amore per squadre e città. Per far sì che si giochi le richieste sono molto difficili e onerose, l’unica speranza è che si possa tornare a giocare presto. Spero che il calcio sia un traino per la nostra nazione, a volte viene attaccato questo mondo per gli stipendi dei calciatori, che invece hanno dimostrato di sapersi prendere le loro responsabilità".

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