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Amelia: “Dopo il Milan ero disgustato. Ibrahimovic, che mentalità. Capello …”

Marco Amelia Milan
Marco Amelia, ex portiere del Milan, ha rilasciato una lunga intervista, soffermandosi anche sul suo passato in rossonero
Fabio Barera Redattore 

Marco Amelia, ex portiere del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'Il Corriere della Sera', soffermandosi anche sul proprio passato in rossonero. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.

Amelia: "Ho giocato in un Milan di campioni. Ibrahimovic portava ..."

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Sulla somiglianza tra il suo approccio e quello di Allegri: «Direi di sì, anche lui ha questa filosofia. E di anno in anno è migliorato, nonostante le difficoltà. Quando ha avuto società forti alle spalle, come Milan e la prima Juve, ha vinto tantissimo, mentre quando è ritornato in bianconero c’era una situazione complicatissima e aveva impegni multipli. Ma è un livornese che sa cosa fare, ci si dimentica troppo facilmente che ha portato la Juve a giocare due finali di Champions League».


Sullo Scudetto vinto con il Milan:  «Era un Milan fatto di grandi campioni, con aria fresca e pensiero libero. Quando la società ha acquistato Ibrahimovic e Robinho, abbiamo capito di poter battere l’Inter post-Triplete: il 3-0 nel derby di ritorno è stato decisivo».

Su Zlatan Ibrahimovic: «All’interno dello spogliatoio portava la mentalità per cui non esiste altro se non la vittoria».

"Palermo e Genoa mi hanno portato al Milan. Poi il disgusto"

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Sulla gavetta: «Sono uscito dalle giovanili della Roma e sono partito dalla serie C: sono arrivato in alto con la gavetta, mi sono conquistato la A sul campo. Palermo e Genoa mi hanno portato al Milan. In ogni contesto ho cercato di fare la mia parte in forma diretta e di avere un impatto anche senza giocare sempre: la mia regola è sempre stata ragionare di gruppo. E mi ritengo fortunato ad aver disputato una decina di partite in Nazionale pur avendo sempre davanti Buffon».

Sul disgusto del calcio: «È vero, avevo bisogno di staccare un po’ quando l’ho lasciato la prima volta: dopo il Milan ho ricevuto proposte che non mi piacevano, ero un po’ saturo e volevo aiutare la squadra del mio paese, Frascati. Ho contribuito a realizzare strutture e a far crescere la Lupa Castelli Romani, con cui ho anche giocato in Lega Pro».

Ex Milan, Amelia: "Capello il migliore che ho avuto"

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Sui momenti di pressione: «Sono uno molto freddo e ragionevole davanti alle situazioni critiche: sono sempre riuscito a tranquillizzare e a tranquillizzarmi. Molto merito va alla formazione avuta con Fabio Capello alla Roma: regole, rispetto».

Sul migliore allenatore: «Direi proprio Capello, perché mi ha dato la prima impronta: avevo 16 anni, sono stato tre anni con lui ed è stato un periodo fondamentale per la mia crescita. Mi parlava tantissimo, mi ha insegnato dettagli come la cura del risposo e l’alimentazione: sono cambiato come persona, anche grazie a lui sono diventato adulto. E ho vinto il mio primo scudetto». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, Liverpool pronto all’assalto per Leao: partirà se …

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