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PIANETAMILAN news milan esclusive Pagani: “Milan, Jashari ricorda Marchisio. Con Allegri giocherà così” | ESCLUSIVA

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Pagani: “Milan, Jashari ricorda Marchisio. Con Allegri giocherà così” | ESCLUSIVA

Pagani: “Milan, Jashari ricorda Marchisio. Con Allegri giocherà così” | ESCLUSIVA
Daniele Pagani, collaboratore di 'Esquire', ben conosce le capacità e le qualità di Ardon Jashari, nuovo acquisto del Milan. Le sue parole
Redazione

di Valentina Alduini

La sessione estiva di calciomercato si sta per chiudere e il Milan, con Ardon Jashari, ha piazzato sicuramente un interessante colpo in prospettiva presente e futura. Il centrocampista svizzero di origini macedoni, classe 2002, è stato pagato ben 39 milioni di euro, bonus inclusi e, anche in virtù di questo, da lui in questa stagione ci si aspetta tanto. Abbiamo parlato dell'ex Bruges, in esclusiva per 'PianetaMilan.it', con Daniele Pagani, collaboratore di 'Esquire'.

Esclusiva Pianeta Milan, Pagani: "Jashari? Il prezzo colloca in alto l'asticella delle aspettative"

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Dopo un’estenuante trattativa, Jashari ha siglato il suo contratto con il Milan. Come vede il giocatore nel contesto del Diavolo di Massimiliano Allegri? "Con l'arrivo di Jashari, il centrocampo del Milan acquisisce una fisionomia più completa e moderna, perfettamente in linea con le esigenze tattiche di Allegri. Nella prima uscita in maglia rossonera, contro il Leeds, ha lasciato intravedere giocate molto promettenti. Lo stesso Allegri non ha nascosto di essersi "meravigliato" della sua prova, nonostante avesse disputato solo una manciata di allenamenti con la squadra. Certo, il prezzo del suo cartellino (è il 9º acquisto più oneroso della storia del Milan, n.d.r.) colloca decisamente in alto l’asticella delle aspettative, ma credo che il ragazzo possieda la struttura tecnica e mentale per reggere l’impatto con il calcio italiano. È un investimento calibrato per il presente e il futuro, è quel tipo di giocatore che Allegri può valorizzare al meglio nel suo impianto di gioco, perché incarna esattamente ciò che manca al Milan per diventare squadra più solida e concreta anche in mezzo al campo".


Pensa che Jashari faticherà ad adattarsi al contesto della Serie A, oppure non avrà grossi problemi, nonostante non abbia seguito per gran parte della pre-season la preparazione con il Milan? "Chiaramente, il salto di qualità richiesto dalla Serie A, soprattutto in un club con le pressioni del Milan, non è banale. Ma se gestito correttamente, Jashari può diventare un elemento cruciale nel processo di rinnovamento tecnico–tattico del club rossonero. Il suo elevato QI calcistico, la sua abilità tecnica e una notevole predisposizione alla progressività del fraseggio dipingono il ritratto di un centrocampista pronto a ritagliarsi uno spazio da protagonista. Al contraltare, va detto che gli interrogativi riguardanti l'adattamento alle maggiori richieste difensive della Serie A rimangono reali. Jashari non è un mediano ruvido: vecchio stampo, insomma. Nei duelli a terra ha anche delle buone statistiche se guardo alla sua ultima stagione con il Bruges, ma non brilla quanto un regista più statico e posizionale, esclusivamente devoto al recupero del pallone".

"È proprio qui, però, che può intervenire la mano di Allegri - ha proseguito Pagani sul nuovo centrocampista rossonero -. Nelle recenti stagioni il Milan ha cambiato numerosi allenatori e ha perso inevitabilmente, progressivamente, la sua identità. Il nome di Allegri, invece, è un sinonimo di stabilità e pragmatismo. Il suo codice ruota intorno al mantenere l'equilibrio. L’equilibrio comanda, che piaccia o meno, su tutto il resto. Jashari arriva, sì, al Milan senza la concretezza effettiva di un solido precampionato con la squadra, il momento in cui si affinano i meccanismi, ma i princìpi sistemici del gioco di Allegri, molto più codificati e strutturati rispetto al caos degli ultimi anni, prima con Stefano Pioli, e poi in seguito con Paulo Fonseca e Sérgio Conceição, possono contribuire a permettergli di inserirsi con maggiore facilità. Adattarsi ai dettami del calcio italiano non sarà semplice, ma non sarà nemmeno un’impresa insormontabile".

"Non c'è stata una singola volta in cui Jashari non sia riuscito ad impressionarmi"

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Ci racconta pregi e difetti di Jashari e ci descrive le sue principali caratteristiche tecniche? "Ho avuto in più di un’occasione il piacere di vederlo giocare dal vivo nelle partite tra Lugano e Lucerna, durante la mia parentesi nella comunicazione della società ticinese, e non c’è stata una singola volta in cui non sia riuscito ad impressionarmi. Jashari è quello che si potrebbe definire un cervello in mezzo al campo, quel centrocampista in grado di alzare i giri del motore nelle azioni offensive, di gestire con lucidità e precisione entrambe le fasi del gioco, un interprete elegante e allo stesso tempo pragmatico, connubio assai prezioso nel calcio di oggi. Si tratta di un profilo che può offrire al Milan qualità, ritmo e un timbro tecnico tutto nuovo al centrocampo. Non si tratta di un semplice innesto di tipo quantitativo, ma di un profilo attorno al quale si può sviluppare una vera e propria identità di reparto. Eccelle nel fraseggio breve, anche quando viene messo sotto pressione, ma nelle sue corde ci sono anche ottime capacità di transizione e verticalizzazione. In più, è una garanzia dal punto di vista della personalità, qualcosa che non guasta mai. Non spicca nei duelli fisici e aerei e potrebbe essere vulnerabile davanti a dei giocatori particolarmente rapidi di gamba. Ma è altrettanto vero che si tratta di un giocatore che là gamba ce la mette sempre, non è il tipo di giocatore che si risparmia in termini di generosità e sacrificio".

"Jashari può consentire ad Allegri un centrocampo ricco di geometrie e sostanza"

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Come pensa che disegnerà il suo centrocampo Allegri con l'arrivo di Jashari alla sua corte? "Allegri, lo sappiamo, non è il tipo di allenatore che sente l’esigenza di dover imbrigliare le sue squadre in uno schema fisso. Punta molto sul singolo, sulle capacità del singolo, cerca di trarre il meglio dalle caratteristiche di ogni giocatore a sua disposizione. Nelle recenti amichevoli ha sperimentato molto dal centrocampo in su, ma non in difesa, dove ha fatto costantemente uso della difesa a tre. E in tal senso, non stupisce l’acquisto di Koni De Winter. Così come non mi sorprendono la permanenza di Alexis Saelemaekers e gli arrivi in rossonero di Pervis Estupiñán e Zachary Athekame. In un centrocampo che richiede maggiore stabilità e organizzazione, Jashari è probabilmente il profilo più ibrido e predisposto a colmare ogni eventuale idiosincrasia".

Lo svizzero può consentire ad Allegri di tornare a un centrocampo ricco di geometrie ma anche di sostanza, capace di cambiare la propria pelle in corsa per potersi adattare ai vari momenti che compongono una partita - ha proseguito Pagani su Jashari -. Una soluzione in linea con la filosofia del tecnico livornese: controllare il ritmo, capitalizzare episodi e sfruttare al massimo l'intelligenza tattica dei propri uomini chiave. Con una difesa a tre e inserito in una mediana a due il contributo muscolare di Youssouf Fofana si potrebbe rivelare una chiave di lettura importante, una soluzione equilibrante in grado di esaltare le sue doti come costruttore di gioco, interno creativo e catalizzatore di transizioni, anche perché così lo stesso Luka Modrić potrebbe agire con maggiore libertà a ridosso degli attaccanti, più libero di galleggiare tra gli spazi e offrire tutte le sue soluzioni creative, idealmente più in un 3-4-1-2 che in un 3-4-2-1. E in quest’ottica, non sarei sorpreso nemmeno dall’idea di vedere un Ruben Loftus–Cheek agire più a ridosso della zona gol".

"In un centrocampo a cinque, invece, potrebbe essere dirottato a fare la mezzala, con delle mansioni leggermente più offensive - ha incalzato Pagani -. Essendo un catalizzatore dinamico, può rivelarsi nevralgico per contendere i palloni sporchi, verticalizzare l’azione, cercare gli inserimenti negli ultimi venti–trenta metri, ma anche agire da doppio play in fase di prima costruzione del gioco, un po’ sulla falsa riga di come si muove Nicolò Barella nell’Inter, al fianco di Hakan Çalhanoğlu. In quel caso, i suoi partner ideali potrebbero essere Samuele Ricci in cabina di regia e uno tra Fofana e Loftus-Cheek a seconda del tipo di partita e del tipo di avversario: certo, sono due profili profondamente differenti per caratteristiche, ma entrambi restituirebbero quella quota di fisicità di cui ormai è difficile fare a meno. Con un Modrić schierato da altra mezzala, invece, l’elemento di equilibrio sarebbe per ovvie ragioni il francese. Parlando nella lingua di Allegri, non vedo troppo Jashari alla Arturo Vidal, ma nemmeno alla Miralem Pjanić. Più alla Claudio Marchisio, se devo azzardare un paragone".

"Molto diverso da Reijnders. Allegri sembra già avere in mente come valorizzarlo"

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Il percorso che potrebbe attendere Jashari potrà, per certi versi, ricordare quello di Sandro Tonali? "Il parallelismo tra Jashari e Tonali ci può anche stare, del resto parliamo di centrocampisti che interpretano in maniera decisamente moderna il proprio ruolo, seppur tra i due intercorrano delle evidenti differenze nello stile di gioco. Tonali è arrivato in un Milan ancora alla ricerca di una propria identità tecnica sul rettangolo verde e una stabilità abbastanza precaria, causa una scollatura evidente tra la dirigenza e il board dirigenziale, dal punto di vista gestionale: un insieme di fattori che soprattutto all’inizio della sua avventura rossonera hanno reso più complesso il suo processo di assestamento e di crescita iniziale. Jashari, invece, si presenta con un profilo più dinamico e tecnico, forse meno orientato al recupero palla e all’accompagnamento dell’azione, certo, ma più votato alla gestione del gioco. È un regista mobile, bravo ad alzare il ritmo e a trovare linee di passaggio verticali, più cerebrale e meno fisico rispetto a Tonali".

"E se è per questo, è molto diverso anche da Tijjani Reijnders. In comune, però, hanno le aspettative: entrambi arrivano al Milan con la missione di diventare punti fermi - ha sentenziato il collaboratore di 'Esquire' -. La differenza starà nella gestione: per Jashari la chiave sarà valorizzare le sue qualità in un ambiente sulla carta più maturo e strutturato. Allegri sembra avere già in mente come valorizzarlo, e questo potrebbe fare la differenza nel suo inserimento. In definitiva, è vero che il percorso di Jashari potrebbe ricordare quello di Tonali per aspettative e centralità nel progetto. Ma parliamo di un cammino tatticamente diverso, in un contesto molto più definito e con caratteristiche tecniche che richiedono un approccio differente. La chiave sarà la pazienza e la capacità del Milan di valorizzare le peculiarità dello svizzero, sfruttando un ambiente oggi più solido rispetto alle stagioni più recenti post diciannovesimo Scudetto".