Che cosa l’ha colpita di più del messicano, in queste sue prime apparizioni in maglia rossonera? "Ho visto un attaccante consistente, qualcosa di incoraggiante per il presente e per il futuro del Milan. L’assist confezionato per João Félix ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma, a San Siro, come i timbri sul cartellino contro Empoli e Verona in campionato e quello contro il Feyenoord nella gara di ritorno degli spareggi di Champions League, al di là dell’epilogo finale infelice, sono chiaramente gli episodi da highlights che restituiscono le sensazioni più positive a primo impatto, ma si è intravisto molto altro. La fame, in particolare. Ganas de ganar, brama di conquistare, immune alla síndrome del Jamaicón. Giménez è anche quel tipo di centravanti in possesso di colpi individuali di una certa cifra tecnica, generoso nel lavoro sporco spalle alla porta, bravo nell’aggredire la profondità. Ne ha tante, di qualità, nel suo mazzo di chiavi. Deve solo riuscire a ultimare la regolazione di qualche cingolo, per completare il proprio percorso di maturazione in un senso conclusivo, definitivamente compiuto".
"Emerson Royal esempio lampante di diversi errori progettuali"
—In rossonero c’è un altro sudamericano: Emerson Royal. Arrivato in estate e al momento out a causa di un infortunio, il brasiliano non è ancora riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale. Che idea si è fatto di lui? "Più che di potenzialità inespresse, io parlerei di lacune evidenti. E incolmabili, probabilmente. Troppo timido in attacco, troppo fragile in fase difensiva. Troppo poco, in tutto. Non segna e non assiste, tatticamente è impreparato, raramente tenta di saltare l’uomo. Non ci si aspettava né un Maicon, né un Dani Alves, non un top, insomma, ma nemmeno un disastro del genere. Che poi, mi viene legittimo pormi una domanda: si può parlare davvero di un flop in grado di suscitare stupore, o un sentimento di qualcosa di vagamente simile al sorprendente? Nel Betis non ha mai brillato più del dovuto, con il Tottenham non ha mai impressionato. Con appena cinque milioni in più, circa venti, di parte fissa, l’Atalanta si è portata a casa Bellanova in meno di un giorno. E penso che dalle parti di Casa Milan, qualcuno, si stia divorando le mani anche a ripensare di aver regalato Kalulu alla Juventus più o meno per le stesse cifre, così, senza tante reticenze. Non voglio dire che Emerson Royal sia la causa di tutti i mali di questo Milan, ma il brasiliano è senza dubbio l’esempio più lampante dei diversi errori progettuali e di valutazione compiuti dalla dirigenza nel corso dell’ultima estate".
Nelle scorse settimane si è parlato di un grande interesse da parte dell’Inter e del Milan per Franco Mastantuono, enfant prodige del River Plate. Che tipo di talento abbiamo sotto gli occhi? "Sarò onesto, mi considero completamente di parte, su Mastantuono. È il mio talento preferito in assoluto, in Argentina e più in generale nel panorama sudamericano. È un giocatore dotato di un sinistro squisito, di una classe finissima. Personalmente, però, una parte di me ha timore che forzando il salto verso il calcio europeo potrebbe rischiare di imbottigliarsi in un percorso meno lineare del previsto in correlazione al suo potenziale oggettivo, praticamente sconfinato. Per la mia maniera di vedere il calcio, mi auguro che possa rimanere ancora una o due stagioni al River Plate, per completare un primo step di consacrazione concreto, tangibile. Secondo me, allo stato dell’arte siamo al cospetto di una promessa dal talento ancora molto etereo, rarefatto, ma è sacrosanto che sia così. Per dirne una, può maturare ancora molto nella fase di finalizzazione e in altri dettagli del suo gioco, come l’utilizzo del piede debole. Ma in casi come il suo la parte più bella è godersi la spensieratezza dei suoi colpi. Quella componente che spesso e volentieri si traduce in una sana incoscienza, quella sorta di duende interiore che seduce ad osare la giocata e a compierla con successo in un’impercettibile frazione di secondo. Nel calcio di oggi bisogna rieducare le persone alla pazienza, all’attesa della rivelazione, senza dover forzare tutto in nome del risultato".
"Mastantuono rappresenterebbe una spesa importante. Certo, se arrivasse il Real Madrid ..."
—Si tratta di un colpo realizzabile per gli standard del mercato italiano, anche per via dei costi molto elevati e della folta concorrenza internazionale? "Come per Echeverri al Manchester City, non credo proprio che il River Plate se ne priverà per una cifra inferiore ai venticinque, trenta milioni. Ormai è questo il trend imposto dal mercato di oggi, è parte del gioco. I club sudamericani hanno compreso che la brama dei principali top club europei di voler arrivare in anticipo sui gioiellini del proprio panorama continentale può regalargli un potere sempre più maggiore in fase di trattativa. Non credo che Mastantuono sia fuori portata per i parametri di Inter e Milan, anzi, ma rappresenterebbe comunque una spesa importante. Poi, certo, se si dovessero inserire nella bagarre squadre come il Real Madrid tutto diventerebbe molto più complesso, se non direttamente liminale all’impossibile".
La missione rossonera in Argentina, inoltre, ha fatto emergere anche il nome di Thiago Fernández del Vélez. Un profilo indubbiamente meno conosciuto e in vista di Mastantuono … "Mastantuono è più da fazzoletto di campo, pausa e delizie. È più fantasista, come stile di gioco complessivo. Thiago Fernández è molto più ala, è elettricità e gambeta, l’audacia impertinente del gaúcho. Ad ogni modo, in termini di produzione di talenti il Vélez continua a fare scuola e a fare gola. A maggior ragione dopo il trionfo nell’ultimo campionato argentino, a undici anni di distanza dall’ultimo titolo conquistato. Pellegrino è arrivato al Parma, che poi ha opzionato anche Ordóñez in vista dell’estate in caso di permanenza in Serie A. L’Udinese, sorvolando sul giallo relativo ai mancati pagamenti del cartellino, da parte del fondo di investimento di Foster Gillett, stava puntando con decisione su Valentín Gómez. Almada, Soulé e Castro sono degli ulteriori esempi, provenienti dal recente passato, però, della qualità che affiora dalle parti di Liniers. Tornando a Thiago Fernández, diciamo che può somigliare a Pulisic, quantomeno in termini di caratteristiche tecniche. È un diamante grezzo, ma va in quella direzione per stile di gioco e maniera di stare in campo".
"Rios giocatore box-to-box. Varela sarebbe un profilo adatto per i rossoneri"
—Da esperto di calcio sudamericano, le chiediamo anche un parere su Richard Ríos del Palmeiras e Yuri Alberto del Corinthians, che Radio Mercato dà nel mirino di Geoffrey Moncada. "Tra i due, forse, Ríos è quello più europeizzabile, più adattabile al contesto, con dei margini di crescita più ampi. Il colombiano è un centrocampista box–to–box che fa dell’intensità e della buona gamba le sue armi principali, ma ha anche guizzi interessanti in termini tecnici, eredità di un’adolescenza nel futsal, nel quale era passato tra i professionisti a sedici anni, prima di far ritorno ai campi più grandi. Di Yuri Alberto, voglio essere onesto, fatico a farmi un’idea. Non lo scopriamo di certo oggi, come nome. In fin dei conti stiamo parlando di un centravanti che conta già una centinaia di gol in carriera, ma alcuni aspetti del suo gioco mi fanno pensare che potrebbe non essere del tutto adatto. Non sto parlando del calcio europeo in generale, ma del calcio europeo ai livelli più alti della competizione. Se domani lo acquistasse un Benfica, o una squadra di quel tipo, come il Porto, o l’Ajax, o il Lipsia, sarei il primo a mettermi di fronte alla televisione con tanta curiosità, taccuino degli appunti alla mano. Se si parla di Inter e Milan, o di squadre di calibro ancora maggiore, ecco, avrei qualche dubbio in più da snocciolare".
Tornando al contesto europeo un altro profilo di cui si parla con insistenza è l’argentino Alan Varela del Porto, proprio l’ex squadra di Conceição. Forse, è il profilo più pronto per compiere un ulteriore step di crescita, tra tutti … "Concordo, è un giocatore pronto per alzare ulteriormente l’asticella delle aspettative. Nei miei pensieri, inoltre, sarebbe un profilo adatto per completare il centrocampo rossonero. Ha delle qualità veramente notevoli in doppia fase, nel palleggio a corto raggio, per come detta il ritmo e distribuisce il pallone, per l’intensità e il dinamismo con cui svolge la fase d’interdizione. Per me, si sposerebbe alla grande con Fofana e Reijnders, per caratteristiche, in un 4–3–3 come in un 4–2–3–1. Un giocatore di questo tipo, in mediana, ad oggi, Conceição non ce l’ha".
"Pulisic e João Félix hanno l'estro del talento sudamericano"
—Finiamo di sfogliare la margherita del mercato con Germán Barbas, visto che il Milan sembra averne parlato in sede con il suo intermediario proprio negli ultimi giorni di gennaio. Il classe 2007 del Peñarol potrebbe essere un futuro craque del calcio mondiale? "Se il Peñarol gli ha messo sulla testa una clausola rescissoria da dodici milioni, sicuramente, un buon motivo, o magari anche più di uno, ci sarà. Vedendolo giocare, si nota subito che ha una proiezione importante in termini di prospettiva, dei fondamentali tecnici che lo fanno brillare tra i suoi coetanei. Ma ad oggi è impossibile profetizzare se diventerà un fuoriclasse assoluto, o meno. Mastantuono, per esempio, che ha la sua stessa età, conta già quasi cinquanta partite in Prima Squadra, tra tornei nazionali e internazionali, ma come detto prima sarebbe una mossa ugualmente ingiusta pronunciarsi adesso sul suo conto, sentenziarlo sul momento, quando le tempistiche non sono ancora quelle giuste, sufficientemente mature. Come caratteristiche, ho letto tanti paragoni di lusso con Valverde. Ma onestamente ho intravisto molto più una futura mezza punta, alla De Arrascaeta, come stile, tanto per intenderci. In ogni caso, non devo certo spiegare io che sarebbe un acquisto per la Primavera, o al massimo per l’Under 23".
C’è un giocatore, in questo Milan, che potrebbe ricordarle un tipico talento sudamericano per estro, classe e talento? "Pulisic, per l’elettricità del suo dribbling. E poi João Félix, indubbiamente. Perché al di là delle ultime stagioni in chiaroscuro tra Chelsea e Barcellona può attingere ad un bagaglio di qualità riservato a pochissimi eletti. Ad ogni modo, nella mia personale maniera di vedere del calcio, il calciatore non–sudamericano più sudamericano di tutti, per il suo campionario di magie, sarà sempre e solo Mesut Özil. Il suo calcio era una delle rappresentazioni più pure della sensibilità tecnica". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, via Theo? Offerta pronta per un altro ‘treno’ >>>
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