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Milan, F. Galli: “Stasera ad armi pari. Complimenti Maldini” | ESCLUSIVA PM

Redazione

Galli ha rilasciato un'intervista esclusiva ai nostri microfoni, tanti argomenti trattati dall'ex Milan. Ecco le sue parole.

di Alessandro Schiavone

Cresciuto nel Milan, dopo una piccola parentesi in prestito, Filippo Galli è stato una colonna portante della squadra rossonera dal 1983 al 1996. Sono 325 le presenze di Galli col Milan, condite anche da 4 gol. Poi è tornato da dirigente, ma qualche anno fa le strade si sono separate. Nonostante ciò, il cuore di Galli è ancora inevitabilmente legato al Milan. In esclusiva a Pianeta Milan, l'ex responsabile del settore giovanile rossonero ci ha rilasciato un'intervista in cui ha parlato del match di stasera contro il Manchester United e di alcuni giovani talenti del Milan. Ecco le sue parole

Quando lei era il responsabile del settore giovanile del Milan ha visto crescere Davide Calabria, Gigio Donnarumma, Manuel Locatelli, Patrick Cutrone e tanti altri. Chi di questi era il più promettente e quindi non ti ha sorpreso quando ha debuttato in prima squadra?

"Forse il giocatore che più poteva dare un’idea di avere un percorso segnato e di essere un predestinato come si dice poteva essere Donnarumma perché già allora presentava delle doti incredibili. Donnarumma non era da scoprire, era lì e lo conoscevano tutti. Poi il Milan è riuscito ad averlo. Gigio sotto certi aspetti era già più avanti ma lo stesso Locatelli mostrava delle grandi qualità dal punto di vista tecnico, dal punto di vista tattico e dalla compresione del gioco".

Com’è nato il trasferimento di Gigio Donnarumma al Milan?

"È indubbio che il fatto che il fratello Antonio avesse già giocato nel nostro settore giovanile aiutò la scelta anche della famiglia. Poi Adriano Galliani fu molto rapido a muoversi con la famiglia e con il procuratore Raiola e ad avere il ragazzo con noi. Poi la famiglia, ovviamente conoscendo l’ambiente Milan, fu più facile da convincere. Non facile perché appunto c’erano altre società che lo volevano come l’Inter".

Se devi fare una lista dei migliori portieri al mondo, dove lo metti Gigio?

"Credo nei primi 3. A me piacciono tutti i portieri che parano ovviamente in primis ma che sanno anche giocare con I piedi. A me piace sempre Manuel Neuer e Alisson anche se ha avuto qualche difficoltà ultimamente. Ma preferisco Alisson a Oblak".

Parlando di portieri che sanno giocare con i piedi, Donnarumma con i piedi è migliorato tantissimo negli ultimi anni. Non trova?

"Indubbiamente Gigio ha avuto un percorso che andava in quella direzione grazie al lavoro che abbiamo svolto nel settore giovanile dal 2014/2015 in poi quando abbiamo iniziato a costruire da dietro. Poi gli allenatori che ha avuto anche in prima squadra lo hanno aiutato".

Ti aspettavi questa crescita esponenziale da parte di Davide Calabria, che da un anno all’altro è passato da niente a tutto?

"Davide aveva iniziato bene poi ha avuto delle difficoltà nella scorsa stagione però insomma per me Davide è un giocatore completo e moderno che sa occupare bene lo spazio e che sa comprendere il gioco. Credo che oggi la cosa più importante di tutte sia questa".

Ti sorprenderebbe vederlo titolare in nazionale all'Europeo?

"No, per carità! Io spero che lui possa andare al Europeo dopodiché deciderà Mancini se metterlo tra i titolari o meno. Io mi auguro che il ragazzo possa essere nei convocati per l’Europeo".

Lei ha visto crescere Manuel Locatelli e il ragazzo se è diventato quello che è diventato lo deve anche a lei. Andrea Pirlo lo apprezza molto, a lei dispiacerebbe vederlo alla Juve?

"Locatelli è un giocatore che è cresciuto molto anche grazie a De Zerbi e il gioco che De Zerbi ha sviluppato nel Sassuolo è riuscito a far crescere Manuel. Io aldilà dei colori che possa vestire gli auguro il meglio perché se lo merita come ragazzo e dal punto di vista tecnico".

Alessio Romagnoli invece è finito nel mirino della critica e non appare più un titolare indiscusso nel cuore della difesa. La gente che critica Romagnoli si dimentica forse che anche Franco Baresi, Paolo Maldini e lei, Filippo Galli sbagliava ogni tanto?

"Tutti noi possiamo avere dei momenti di difficoltà e dei momenti in cui viene meno la prestazione però Alessio si è sempre dimostrato un giocatore di rendimento. Saprà venirne fuori da questo momento difficile. Tutti sbagliavamo ma chiaramente Maldini e Baresi sbagliavano molto poco (Galli ride n.d.r). Però capitano a tutti i momenti difficili".

Qual è stato il momento più bello della tua carriera al Milan?

"Sicuramente la finale del 1994 vinta contro il Barcellona ad Atene, ma anche il primo scudetto vinto con Sacchi".

E il momento più buio?

"La sconfitta nella finale di Coppa Italia con la Juventus a San Siro con gol di Galia. Tra l’altro la Coppa Italia è l’unico trofeo che non ho vinto".

Del tuo Milan solo Carlo Ancelotti ha fatto una grande carriera come allenatore mentre altri, come Ruud Gullit e Marco Van Basten, hanno fatto fatica. Perché nessuno di quel Milan stellare ha fatto una grandissima carriera in panchina?

"Sono state fatte scelte differenti. Marco, Rijkaard e Gullit hanno fatto le loro esperienze da allenatori, poi hanno fatto scelte diverse. Credo che non ci sia una ragione comune. Ma siamo comunque tutti fieri che sia Ancelotti a portare avanti quel Milan in ambito degli allenatori".

Invece un trofeo che il Milan non ha mai vinto è l’Europa League. Dopo l’1-1 dell’andata come vedi le chance dei rossoneri di passare il turno giovedì?

"Come tutti sappiamo il Milan quest’anno in casa sta facendo molta fatica mentre il Manchester United fuori casa è fortissimo. È una partita che noi ci giocheremo ad armi pari. Partiamo da un buon risultato dell’andata, che non vuol dire niente, però è indubbio che la partita di Manchester ci ha dato la consapevolezza di poter giocare al pari loro. Dopodiché sappiamo che sarà una partita difficile e complicata. Ma io sono fiducioso".

Paolo Maldini, dirigente. Pensiero?

"Sta facendo molto bene come dimostrano i risultati. Complimenti".

Lei lasciò qualche anno fa, ma parlando di giovani promettenti del settore giovanili c’è qualcuno che fra poco vedremo in prima squadra?

"Non mi piace fare nomi ma è chiaro che ci sono giocatori che sono oggi fuori in prestito, da Pobega a Zanellato, lo stesso Gabbia che è all’interno del Milan. C’è Colombo che è un 2002 ed è in prestito alla Cremonese. Insomma, il Milan continuerà a portare giocatori giovani nel… professionismo".

In passato sono andati via a farsi le ossa Massimo Oddo, Ignazio Abate e Alessandro Matri. Che poi sono tornati. La storia potrà ripetersi con Bellanova, Zanellato e Pobega secondo lei?

"È difficile dirlo, non lo so. Dipenderà da tante dinamiche. È presto per poter dire qualcosa".

Chi è partito a mille all’ora è stato Patrick Cutrone nel 2017. Prima di subire un’involuzione e perdersi.

"Cutrone ha avuto una serie di difficoltà, prima al Wolverhampton e poi anche alla Fiorentina. Adesso ha una nuova chance al Valencia, ma anche lì non è facile. Mi dispiace che abbia un momento di impasse però gli auguro ogni bene. Non è facile perché ovviamente poi in ambito internazionale è ancora più difficile ma lui si è messo in gioco in Inghilterra e adesso in Spagna. Bisogna dargli atto di avere coraggio".

Zlatan dopo 5 anni torna in Nazionale. Contento?

"Zlatan è stato determinante per noi e speriamo che continui a esserlo. Adesso dovrebbe rientrare proprio nella partita col Manchester e il fatto che sia tornato in Nazionale vuol dire che il giocatore sta bene e che può essere determinante lo ha compreso anche la sua Nazionale".

Il Milan è a -9 dall’Inter. Possiamo dire che ormai recuperare il terreno perso sia difficile?

"Credo che per il Milan l’importante quest’anno sia arrivare tra le prime quattro per qualificarsi alla Champions League nella prossima stagione".