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ESCLUSIVA – Pellegatti: “Io chiamerei Guardiola, a gennaio poco mercato”

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Abbiamo sentito in esclusiva Pellegatti, giornalista tifoso del Milan, su vari argomenti: da Pioli e il suo successore al calciomercato
Stefano Bressi Redattore 

Il 2023 è ormai in fase conclusiva e per il Milan è stato certamente un anno negativo sportivamente parlando. Almeno nel complesso. Certo, ci sono stati momenti di grande entusiasmo e gioia, con picchi decisamente altissimi, ma in generale non sarà certamente ricordato con un anno bello. La semifinale di Champions League è stata oscurata dall'eliminazione con i nerazzurri prima e dal percorso negativo delle due metà campionato poi; gli infortuni sono un dramma sportivo per i rossoneri e il futuro è di nuovo incerto. Di questo abbiamo parlato in esclusiva con Carlo Pellegatti, giornalista tifoso rossonero e storico volto per i milanisti. Dalla situazione di Stefano Pioli al mercato, passando per Zlatan Ibrahimovic e tanto altro.

Un 2023 negativo dal punto di vista sportivo, quindi un bilancio e come ripartire: "Più facile parlare del bilancio che della ripartenza. Si può dare 8 ai primi sei mesi europei del Milan, perché arrivare in semifinale di Champions League, anche se poi si è perso con l'Inter, è un'impresa che non tante squadre riescono a fare. Partiti da dove si è partiti, arrivare in semifinale di Champions League, gli do 8. Per quanto riguarda questa Champions League purtroppo è un 5, con tante recriminazioni, ma non sei passato... Anche in campionato 6 siamo nelle prime quattro, si potrebbe dare 6, ma chi gli dà 5 non sbaglia. Io sono un maestro buono... 6 perché siamo terzi. Poi siamo arrivati quinti l'anno scorso sul campo, anche lì voto non alto. Troppi alti e bassi, con un inizio di campionato drammatico. Inizio e fine 2023 molto negativo. Quindi alla fine il 2023 è stato abbastanza negativo..."


Pioli è in discussione, tante domande: giusto tenerlo o cambiare? Ora o a fine anno? Davvero colpa sua? "Il Milan è una squadra forte e l'ha dimostrato quando a inizio anno, con tutti i propri effettivi era prima in classifica. 7 vittorie su 8, ha vinto col Paris, sfortunato a Dortmund e con il Newcastle in casa. Però non dobbiamo dimenticare che 30 infortuni è un fatto storico negativamente. Mai capitato in 125 anni e mai capiterà. Insopportabile. Avevamo già avuto infortuni gli altri anni e non si è rimediato, anzi è peggiorato. Non solo infortuni muscolari, ma che toccano anche i tendini. C'è qualcosa di clamorosamente sbagliato, soprattutto all'inizio della preparazione. Come allenatore mi rivedo in Pioli per la filosofia rossonera di voler controllare il gioco ed essere propositivo. Però gli infortuni condizionano pesantemente il suo lavoro".

Chi dopo Pioli: "Sarei banale a ripetere i soliti nomi. Conte è un nome freddo per il Milan, poi i soliti... Palladino altrettanto freddo. Si fa il nome di Motta, ma mi sembrano nomi banali. Non escludo che il Milan vada a prendere uno straniero, anche se non so chi. Al momento penso più un allenatore straniero che italiano. Poi io ho lanciato una missione impossibile, forse perché figlio di come si muoveva il Milan di Berlusconi e Galliani: se davvero Guardiola, come ha detto in questi giorni considera finita l'esperienza inglese, io farei un colpo di telefono. Chiaro che prende 22 milioni di euro. Però se mi dicessero che prendi solo Guardiola e un attaccante per l'anno prossimo, con il resto che rimane così, io firmerei subito. Oltretutto è una figura che, per le filosofie americane di Cardinale, vuol dire anche immagine oltre che vittorie. Ne parlerebbe tutto il mondo. Qualcuno dice che costa tanto, sì, ma ci sarebbero ritorni di immagine, sponsor e movimento intorno al Milan, facendo capire l'ambizione diversa. Sono bravi a tenere i costi sostenibili, sarebbero poi assorbiti da strategie economiche che possano assorbire e bilanciare un investimento del genere".

Arriva il mercato di gennaio, quali sono le priorità e cosa farà il Milan: "Penso che faremo molto poco, mi sembra non ci siano soldi. Arriverà la prossima settimana Gabbia, ci sono medie possibilità per Lenglet, anche se ora Emery lo ha fatto giocare e quindi ora non lo rimette sul mercato. Non credo a Guirassy perché nonostante i titoloni da quello che mi risulta non vuole lasciare Stoccarda perché spera di continuare così e monetizzare poi di più a fine stagione in Premier magari. Anche il Milan i 17 milioni preferisce tenerli per un grande attaccante a fine campionato. Non credo a lui. Forse un centrocampista se ci sarà un'opportunità. Non credo neanche a Miranda, né oggi né domani".

È tornato Ibrahimovic, cosa aspettarci e quanto peserà: "Tutti sanno: farà così o cosà. Io preferisco aspettare per capire. Se sarà tutti i giorni a Milanello, tutti dicono che non ci va; se sarà alle partite, quello sembra ci vada sempre. Io spero gli diano le chiavi. Anche se mi ha lasciato un po' tra lo stupito e lo sconcertato questo momento, dove tutti dovrebbero essere intorno a questo malato che è il Milan, vedere le immagini di lui a Miami, mi ha lasciato perplesso. Diventa difficile poi anche per lui, se va a Milanello, nel momento del bisogno lo vedono lontano e nel loro animo suscita perplessità. Io non sono contento del suo arrivo, sono entusiasta, però in questo momento tutti dovrebbero stare vicini al Milan, così ci hanno abituato in passato. Allora mi viene il dubbio sia solo consulente di Cardinale, quindi non come speravo io molto sul Milan e molto di campo".

Un augurio sul 2024, magari con le due coppe: "Io sono preoccupato per il discorso infortuni. Con il Rennes è molto abbordabile, ma che Milan sarà? Ancora con Gabbia, Kjaer, Simic e Theo Hernandez centrali? Possibile. Speriamo arrivi un rinforzo. Il Milan dei titolari potrebbe avere grandi ambizioni, però sono passati tre anni dal marzo 2021 e il Milan giocherà contro il Rennes con una formazione speriamo vicina alla titolare, ma io ricordo con il Manchester con Meite a centrocampo insieme a Kessie e davanti hanno giocato come tridente d'attacco Krunic, Calhanoglu e Castillejo. Passati tre anni e abbiamo gli stessi problemi. Si dice della salute quando ci si fa gli auguri, ecco... Vale sempre come augurio. Anche al Milan auguriamo solo la salute, perché i giocatori ci sono. Però con questi infortuni ci sono poche prospettive. Giocano sempre gli stessi, che poi si rompono... È una costante che non ti permette di programmare nulla". LEGGI ANCHEMilan, Cardinale in viaggio per opportunità di investimento nel club>>>

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