Bisogna trovare la soluzione per mettere il Milan avanti, perché il Milan è in un momento della propria storia molto complicato. Non è un momento semplice poi. Sono ero convinto che bastano 15 giorni per far riprendere il Milan perché ha dei tifosi splendidi, perché ha una storia splendida, perché c’è un centro sportivo splendido. Per questo i tifosi del Milan non è che vogliono uno scudetto l’anno o una Champions all'anno: è un tifo che si accontenta di passione, di amore, ma vuole vedere qualcosa di diverso che al momento non si sta più vedendo”.
Furlani negli States da Cardinale: lamentele o rivoluzione dirigenziale?
—“Io penso che servirà a chiarire. Servirà un chiarimento perché non si può andare avanti così. Tu mi dai un allenatore e io ti dico di no. Io te ne propongo uno tu mi dici no, allora ne troviamo magari un terzo che non è il top ma vabene ad entrambi. Se Cardinale è davvero proprietario del Milan, che faccia ordine. Furlani è l’uomo dei conti, è stato bravissimo, perché nessuno deve togliere il merito che ha avuto a ristrutturare finanziariamente il Milan, fa i numeri. La parte sportiva la fa Ibrahimovic. Se invece tutti fanno tutto non si va da nessuna parte.
Non so da chi è stata voluta questa riunione, penso sia stato Furlani a dire io vengo perché... Oppure è stato Cardinale a dire: il Milan mi appartiene. Quindi, secondo me, la cosa importante è l'equilibrio. Ribadisco, gli scontri ci sono da tutte le parti, l’importante è che ci sia il chiarimento, chi fa cosa così si va avanti. Il Milan ha vinto negli ultimi anni quando c’era Paolo Maldini, perché forse lui era forte. Lui ha voluto l’autonomia. Molti la definiscono l’autonomia del mercato... no è l’autonomia di arrivare a Milanello e dire quello che vuole alla squadra, l’autonomia di scegliere un calciatore, di scegliere un allenatore, di alzare la voce o abbassare i toni con la squadra, di vivere un ambiente e renderlo a tua immagine e somiglianza... Io credo che al Milan serva un equilibrio, ma non perché questa dirigenza sia inesperta perché secondo me ormai si arrivati nelle logiche che nel calcio secondo me abbiamo modesto avviso funziona così, il Milan è stato un modello per trent’anni.
C’era un capo, Silvio Berlusconi, e un braccio armato che era Adriano Galliani, il più grande presidente della storia del calcio e il più grande dirigente alla storia del calcio. Oggi purtroppo non è più il tempo di prima. Servono delle strutture gerarchiche dove c’è un amministratore delegato, c’è un dirigente sportivo... è inutile che tutti fanno tutto, perché se no non si va da nessuna parte. Così si trovano dei micro colpevoli: un giorno la comunicazione, un giorno il marketing, un giorno un calciatore, un giorno la campagna contro un allenatore... La cosa importante da adesso in avanti è trovare un equilibrio per il bene del Milan.
Il Milan riuscirà a trovare equilibrio?
—“Io spero che porti pace. Io spero che porti equilibrio e spero che porti una definizione esatta. Ma la dipende dal discorso che sappiamo da anni: se il Milan è davvero di Cardinale ed è totalmente di cardinale, è giusto che faccia il suo Milan. Se il Milan non è di Cardinale ma di Elliott, è giusto che Elliott faccia il Milan come vuole lui. Se il Milan è a metà, quello è un po’ il problema. Se tu sei terzo, quarto, quinto, puoi osare, esagerare , convivere nelle difficoltà. Tu parli con quello, ma poi non parli con quell’altro, ma oggi la situazione è grave. Tu hai perso la Champions League contro una squadra in enorme difficoltà. Sei fuori dall’Europa, perdi tre partite consecutive ed hai fatto un girone disastroso. Hai cambiato virtualmente quattro allenatori, ce ne sarà credo un quinto... devono tornare nuovamente a lavorare per il bene del Milan”
Con questa situazione qua, ha senso già parlare di mercato, giocatori, allenatori…?
—“No, secondo me no. È tutto da decidere, se decidono, facendo un esempio, Giorgio Furlani e Zlatan Ibrahimović se l’anno prossimo giocherà o meno nel Milan Leão, vuol dire che tu al prossimo allenatore che arriverà al Milan gli stai dicendo già di non avere a disposizione Leão.
Se invece arriva Massimiliano Allegri o Antonio Conte ti dice no: io lo voglio perché sono gestirlo. Attenzione a perdere i giocatori di grande talento, perchè poi è difficile riprenderli. Se il Milan ha vinto uno scudetto con Maignan, Leao, Theo... vuol dire che qualcuno li sapeva gestire, quindi non dico ispiriamoci o ispiratevi a quel di tipo di gestione, ma c’è un modo per gestirli"
LEGGI ANCHE: Milan, da Conte ad Allegri fino a Conceicao: chi è il tecnico giusto per i rossoneri? >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/d3aa21be6bd578ac899423d83d1ef672.jpg)