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Dal rischio fallimento ai trionfi: Berlusconi ed i 31 storici anni di Milan

Silvio Berlusconi nella sala trofei del Milan (credits: gazzetta.it)

Era il 20 febbraio 1986 quando Berlusconi salvò il Milan dal rischio fallimento. Oggi, 31 anni dopo, il Cavaliere è pronto a lasciare dopo un'epoca storica

Luca Fazzini

Domenica scorsa, nella conferenza stampa pre-Lazio, Vincenzo Montella ha scelto "Volare" come canzone simbolo di questa stagione. Un salto nel passato, quando - nel febbraio del 1958 - il singolo veniva presentato durante l'ottava edizione del Festival di Sanremo. Tempi lontani, in cui la difesa rossonera era controllata da Giovanni Trapattoni e Cesare Maldini e a centrocampo c'era Nils Liedholm. Tra quel Milan e quello dell'Aeroplanino, c'è una data simbolo. E' il 20 febbraio 1986, esattamente 31 anni fa. Il club, sull'onda del fallimento nel corso della gestione Farina, viene acquistato - e di fatto salvato - da Silvio Berlusconi, che ne diventa presidente un mese dopo. Ecco allora che, dopo oltre tre decenni, la voce di Domenico Modugno torna a risuonare negli ambienti rossoneri. "Penso che un sogno così non ritorni mai più" recita il primo verso. Ed è proprio questa la frase che, recentemente, tanti tifosi rossoneri hanno accostato alla storica presidenza di Berlusconi.

Eh già, perchè la storia rossonera del Cavaliere parla da sola. Ventinove sono in totale i trofei, dal primo scudetto (1987-88) all'ultima Supercoppa Italiana, vinta lo scorso dicembre a Doha. Un'avventura lunghissima e particolarmente vincente, con le 5 Coppe dei Campioni (oggi Champions League) e i 13 trofei internazionali che dimostrano il predominio "in Italia, in Europa e nel Mondo", come spesso ha sottolineato l'ex premier. Dal Milan di Sacchi al 'Milan degli Invincibili' targato Fabio Capello, passando per il periodo Ancelottiano con i trionfi di Manchester ed Atene in testa.

Un'epoca segnata, negli ultimi anni, da qualche critica, complice il distacco del Presidente dal club e la crisi economica che - inevitabilmente - ha colpito anche le casse rossonere, prive degli introiti europei. Saltuarie le presenze a Milanello, ancora più rare quelle a San Siro. Una fine di ciclo che non cancella, comunque, un passato glorioso. "Trent'anni fa ho acquistato il Milan per amore. Lo cedo per un atto d'amore ancora più grande"ha dichiarato Berlusconi lo scorso agosto, dopo la firma del preliminare con i cinesi. Una decisione che proietta il Milan verso l'Oriente: tra due settimane, infatti, è previsto il closing con la Sino-Europe Sports, che sancirà la definitiva uscita di scena di Silvio Berlusconi e dell'intera Fininvest, Adriano Galliani compreso.

Il nuovo Milan, però, ripartirà anche e soprattutto da Silvio Berlusconi: il presidente, infatti, lascia in eredità tradizione e storia uniche, un calcio orientato verso il bel gioco, una filosofia che - negli ultimi anni - sta dando i frutti sperati, con una rosa basata su giovani italiani, possibilmente proveniente dal vivaio. L'obiettivo, dunque, sarà continuare a 'Volare'. Dal 1958 al 2017, passando per lo storico 20 febbraio 1986: un nuovo inizio, l'avvio di un'era leggendaria. Con la consapevolezza che "un sogno così non ritorni mai più".

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