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SAMPDORIA-MILAN

Sampdoria-Milan, Giampaolo: “L’arbitro gli ha dato una mano”

Marco Giampaolo Sampdoria
Giampaolo, tecnico blucerchiato, ha parlato in conferenza dopo Sampdoria-Milan, partita della 6^ giornata della Serie A 2022-2023.

Stefano Bressi

Marco Giampaolo, tecnico blucerchiato, ha parlato in conferenza stampa al termine di Sampdoria-Milan, partita della 6^ giornata della Serie A 2022-2023 svoltasi a 'Marassi'. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Sugli episodi arbitrali: "Una partita difficile e tirata perché la posta in palio era importante per tutti. Io penso che dopo l'espulsione di Rafael Leao l'arbitro l'ha gestita male, a senso unico, come se dovesse compensare. Non mi è piaciuta. È stata a senso unico e anche con un senso di sfida, così che si surriscaldino gli animi. La gestione dei cartellini non mi è piaciuta. Al di là del valore del Milan e dei valori. La mia espulsione è giusta, per proteste, ma in virtù della gestione. Non c'è bisogno di... Il Milan si prende ciò che si deve prendere".

Se è giusta l'espulsione di Rafael Leao: "È come il rigore assegnato al Milan, ora se si muove una foglia è complicato. Tutto complicato. Ammonizione a Leris è giusta? Una mano sul petto. Come proteggi palla? Non è giallo. Ci sono tre partite. La nostra, quella del Milan e dell'arbitro. Giudicatele tutte".

Sulle difficoltà della Sampdoria dopo il cambio modulo del Milan: "Il Milan mette in difficoltà tutti. Non perde dal 2000. Se pareggia è una sconfitta. Al cospetto la Sampdoria ha fatto una buonissima prova. Da qualche parte si pigliano ciò che devono prendersi. Riconosciamo i valori, non ci sono problemi. La Sampdoria ha fatto una buonissima gara, partita persa maldestramente perché poi eravamo in pieno controllo. Calcio d'angolo, palla buttata lì e rigore. Poi il Milan non si fa prendere dalla disperazione anche in questi momenti, ma l'arbitro gli ha dato una mano".

Cosa è mancato alla Sampdoria: "L'ho detto prima, in alcune situazioni si poteva gestire meglio e potevamo avere un'inerzia maggiore per parte del secondo tempo. Abbiamo cercato di giocare e fare un passaggio in più. Non abbiamo attaccato male, ma nelle situazioni a metà si poteva far meglio. Potevamo anche pareggiare, non si poteva fare meglio. Abbiamo fatto il massimo. Al cospetto di una squadra che non si fa prendere dall'affanno e non perde da una vita. È difficile gestire tutto mentalmente se non sei forte e consapevole".

Sulla differenza tra casa e trasferta: "Ci misureremo".

Su Pussetto: "È una seconda punta secondo me. Ne avevo due in panchina per come siamo partiti. Sono entrati loro, è il gioco dei ruoli. È arrivato da una settimana e spero ci dia una mano".

Come mai non è passato subito al 4-3-1-2 dopo l'espulsione: "Col senno di poi non ci so ragionare. Io ragiono sempre col senno di prima, dopo è facile".

Come giudica la prova di Villar in fase di non possesso e se la sua scelta è stata un messaggio: "Nessun messaggio a nessuno, Vieira fino a oggi aveva fatto ottime prove. Ho ritenuto di far giocare Villar per caratteristiche diverse. Deve capire meglio come muoversi, ma sa far girare la palla. Non è stata una bocciatura per Vieira, che è stato sempre tra i più positivi. È servito a lanciare Villar per queste partite".

Come stanno Gabbiadini e Djuricic:  "Lo vedremo con le due punte, sta meglio, ma 90 miniti è dura. Djuricic è forte, sa giocare. È arrivato con i crampi, ma perché ha fatto lo stesso percorso di tutti i nuovi che si allenavano in differenziato rispetto alla squadra di appartenenza".

Su Caputo e le difficoltà: "Non noto difficoltà, rispetto il Milan perché posso uscire con due o tre gol presi. Se non metto un giocatore di corsa su Theo Hernandez mi sfiniscono. Giocheremo di volta in volta a seconda dell'avversario. Cambierò sempre. Chiaro che possiamo essere più quadrati e meno pericolosi e viceversa".

Se la Sampdoria è vittima sacrificale con gli arbitri: "No, non vogliamo essere vittime. Giudico la partita, la direzione arbitrale dall'espulsione in poi. Io rispetto la classe arbitrale. Poche volte espulso, mai problemi. La società fa la società e io faccio l'allenatore".