Sulla certezza dell'Europa e che Roma lascia: "Un gruppo solido. Giocatori che si allenano a mille all'ora. Dal riscaldamento sono tutti pronti e reattivi. Riescono a convivere bene l'uno con l'altro. Mai una discussione, mai nulla. Chi arriverà, arriverà e può fare molto bene".
Se è questa la serata più bella della sua carriera: "Quello che ho vissuto qua a Roma è una cosa incredibile. Datemi il tempo di capire quello che è successo. Ve lo dirò tra un paio di giorni".
Qual è il segreto di un allenatore che fa anche il dirigente: "Non lo so. Io cerco di entrare in sintonia con la squadra. Pur parlando poco credo nel dialogo e nel rispetto reciproco. Io parlo in faccia e non ho paura di dire le cose. Non ho mai rimproverato un mio giocatore. Gli ho sempre fatto vedere gli errori. Da lì si migliora. Io cerco di tirare fuori il meglio da tutti. Voglio che i giocatori vengano col sorriso sulle labbra in allenamento. Io sono sempre stato così. I fatti mi hanno dato ragione. Io non sono stato un gran giocatore, ma mi sono sempre immedesimato nel giocatore che sente quello che dice il mister".
Se gli mancheranno tutte queste emozioni da allenatore: "Credo di sì, ma è giusto dire basta, per il bene della Roma. Sì, posso restare ma no. Con me la Roma perderebbe un anno. E da tifoso questo non me lo perdonerei".
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