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ROMA-MILAN

Roma-Milan, Mancini: “Ranieri ci ha dato serenità”

Roma-Milan 1-0, Mancini la sblocca subito: rossoneri già all'inseguimento
Mancini, giocatore giallorosso, ha parlato in conferenza al termine di Roma-Milan, partita della 37^ giornata della Serie A 2024-2025
Stefano Bressi
Stefano Bressi Inviato, responsabile social, redattore 

Gianluca Mancini, giocatore giallorosso, ha parlato in conferenza stampa al termine di Roma-Milan, partita della 37^ giornata della Serie A 2024-2025 che si è svolta alle ore 20:45 allo stadio 'Olimpico' di Roma. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Sulla corsa Champions: "Come ho detto tante volte, il percorso che abbiamo fatto è qualcosa di unico. 23 punti erano troppo pochi. Ma noi, ci siamo detti di pensare partita dopo partita. Abbiamo cercato di pensare così. Il mister è stato molto bravo a farci recuperare le forze e poi l'ultimo periodo quando vincevi e non perdevi, guardavi la classifica e dicevi 'Proviamoci'. Arrivare a 90 minuti così vicini, è qualcosa di unico".


Se sa chi è il nuovo allenatore e quanto ha inciso Ranieri in questo percorso: "Non so chi sia. Il gruppo è sempre stato unito. Abbiamo cambiato tre allenatori e sapete tutti il periodo che abbiamo passato. Il gruppo è sempre stato unito. Il mister ha trovato un gruppo disorientato e lui ci ha messo tanto del suo negli allenamenti a farci stare sereni. Andare a Trigoria con quel mal di stomaco, inizialmente ci ha fatto male. Lui ci ha messo serenità. Anche dopo sconfitte come quella di Napoli o il pareggio col Tottenham. A volte anche se perdi ci sono delle prestazioni che ti fanno capire di esserci. E lì noi avevamo capito chi eravamo. Lui ci lascia come una vera famiglia. Lui lascia un gruppo ancora più unito".

Quanto incide il cambio di posizione nelle sue prestazioni: "La continuità è sempre stato il mio punto di forza. A livello disciplinare sono migliorato tanto. Ancora posso migliorare. A volte ho quei 2-3 secondi che mi parte la scintilla. La posizione in campo? Cambia. Da braccetto a volte devi correre a giocatori che vanno molto più veloci di te e quindi mi perdevo. Da centrale devo stare attento e guardare tutti i miei compagni. Questo spostamento di ruolo mi ha responsabilizzato. La Nazionale? E' sacra. Se vengo chiamato sono contento e sono il primo a prendere il treno e partire. Se non vengo chiamato sono il primo a tifare. Le scelte del ct vanno accettate".

Cosa gli rimane del Ranieri allenatore e sul contatto di Gimenez: "La gomitata sul petto c'è stata ed è rosso perché è un gesto antisportivo. Cosa mi rimane del mister? Innanzitutto quello che lui dice è vero. Non c'è un segreto. Quando le cose andavano bene non si è mai esaltato. Quando le cose andavano male è sempre stato equilibrato. Ha trovato il giusto equilibrio. Bastone e carota. Ha responsabilizzato la squadra. Allenamenti a 200 all'ora, sempre giusti. Ci ha lasciati tranquilli e ci ha sempre rimarcato di dare sempre il massimo. Lui ha detto sempre 'Voglio il massimo da voi'. E' arrivato nel momento del bisogno e bisogna ringraziarlo. Il pubblico ci è stato sempre vicino e ci ha dato la spinta in più. Roma quando è tutta insieme è veramente tosta".