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CONFERENZA STAMPA

Gattuso: “I miei risultati? Cose buone, al Milan ho perso la Champions per un punto”

Gattuso: “I miei risultati? Cose buone, al Milan ho perso la Champions per un punto” - immagine 1
Gennaro Gattuso si è presentato oggi, giovedì 19 giugno, come nuovo CT della Nazionale Italiana: ecco, di seguito, le sue parole
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Gennaro Gattuso si è presentato oggi, giovedì 19 giugno, come nuovo CT della Nazionale Italiana. Dopo la separazione da Luciano Spalletti, la Federazione ha scelto l'ex icona milanista per guidare gli Azzurri in un momento cruciale.

L'Italia si trova di fronte a una missione tutt'altro che semplice: la qualificazione ai prossimi Mondiali di calcio. Un percorso che si è fatto improvvisamente in salata dopo la pesante sconfitta per 3-0 rimediata contro la Norvegia. Gattuso è chiamato a un compito arduo. Ecco, di seguito, le prime parole del nuovo CT:


Gattuso si presenta:Questo è un sogno che si realizza. Non sarà un compito facile, ma nella vita nulla è facile. C’è poco da dire, bisogna lavorare. Da anni si dice che non abbiamo calciatori: io credo che bisogni solo entrare nella loro testa per farli rendere al meglio. Il mio obiettivo e quello dello staff sarà quello di riportare l’Italia al Mondiale, che è fondamentale per noi“.

Sul lavoro da fare:La Nazionale di cosa ha bisogno? Di entusiasmo, di compattarci e di restare uniti nei momenti di difficoltà. Il mio obiettivo è quello di portare gioia, di creare una famiglia. Poi i moduli, la tattica vengono dopo. Ora dobbiamo riportare quella mentalità che ci ha contraddistinto negli anni“.

Gattuso: "Penso che abbiamo una squadra forte, lavoriamo per l'obiettivo"

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Sulle motivazioni: “Penso che abbiamo una squadra forte. Una squadra, non singoli. Sono convinto che il gruppo abbia valori che possano raggiungere l’obiettivo. Quando mi hanno chiamato non ho esitato un istante. C’è da lavorare ma abbiamo le doti per raggiungere l’obiettivo“.

Cosa è cambiato nel tempo?Il dato del 68% di stranieri nel nostro campionato è significativo. Abbiamo ottimi risultati con le giovanili, poi si perdono. Dobbiamo dare più opportunità di crescita, credo sia questo il cambiamento. Stare due volte fuori dal Mondiale non è semplice: per questo dobbiamo ritrovare entusiasmo. La paura non deve esistere. Nessuna polemica con La Russa, spero di fargli cambiare idea. Nel 2005 non è stato facile“.

Sui risultati e i collaboratori:Avrò Bonucci nel mio staff, poi Prandelli, Zambrotta e Perrotta ci daranno una mano con i giovani. Per me è un onore, non un problema. Risultati? Con il Napoli e il Milan ho perso la Champions per un punto. Con lo Spalato ci siamo giocati il campionato all’ultima giornata con una squadra piena di giovani, con la Dinamo che ha vinto per 20 anni e ha venduto giocatori a 20 milioni. Solo una squadra vince nelle competizioni, ma bisogna vedere il lavoro delle altre, se la squadra è cresciuta. Credo di aver fatto qualcosa di buono negli anni“.

Come cambierà la routine: “Sarà diversa. Ma il calcio è la mia vita. Spero di non stressare i miei colleghi. Voglio parlare con i giocatori, vedere le partite dei giocatori dove ci sono gli italiani e sarà questa la vita. Treni, aerei e si cerca di fare le scelte migliori“.

Sui giovani:Bisogna essere bravi a entrare nel modo giusto nella testa dei calciatori. Non dobbiamo pensare che devono cambiare loro, ma noi andare nei loro confronti. Se pensiamo a come ci educavano i nostri genitori, non possiamo restare lì“. Sul messaggio che l’ha colpito di più: “Sentire i miei genitori emozionarsi all’età che hanno è stato un momento di gioia. Poi tanti altri messaggi ma sentire papà e mamma emozionarsi è stato grande”

Sull’attacco e la mancanza di gol:In questo momento nel nostro campionato abbiamo il 40% di squadre che giocano a 3 e il 60% a 4. Ma non contano i moduli, dobbiamo mettere i giocatori al posto giusto. In questo momento bisogna giocare nella metà campo avversaria, dobbiamo creare e fare male in area avversaria. Poi a 3 o 4 cambia poco, dobbiamo fare male e stare bene in campo“.

Sui giocatori che rifiutano la Nazionale:Bisogna capire il perché. Ho chiesto a Gravina e Buffon di aiutarmi, di capire i bisogni dei giocatori e stargli vicino con tutti gli attrezzi che abbiamo. Per non creare scuse o precedenti, chi è convoncato sta a Coverciano come si faceva una volta. Se poi non si riesce a far guarire il giocatore, lo si fa tornare al club di appartenenza. Quando un giocatore gioca 50/60 partite i dolori ci sono sempre, bisogna andare oltre. La cosa importante è stare assieme e non creare precedenti“.

Le prime parole ai giocatori: “Quando ti senti solo in campo diventa dura. Dobbiamo riuscire a cambiare questo, ad aiutarci e dire le cose che qualcuno non vuole sentire“. Qualcuno tra i giocatori non convocati da Spalletti: “In questi giorni ho chiamato 35 giocatori, ho sentito tutti. Anche Chiesa, a cui ho detto di giocare con continuità. Sono giocatori che sono stati fuori ma che possono dare una mano. Ma a parlare è il campo: se si fanno le cose bene, le porte della Nazionale sono aperte“.

Sulla pressione del Mondiale:La pressione la porta questa maglia, che ci ha visti vincere 4 Mondiali. La partita con la Norvegia l’ho vista: loro andavano 3 volte più forte, tanti giocatori venivano da una sconfitta pesante in Champions. La squadra non ha avuto la forza della Norvegia

Sull’eredità di Spalletti:Lui è arrivato dopo di me a Napoli. L’ho sentito e per lui ho una stima incredibile, è un maestro che mastica calcio da tanti anni che ogni anno fa cose nuove. In questo momento devo vedere quello che vogliamo fare, cosa vogliamo. Il lavoro di Luciano e la sua professionalità sono incredibili, ha fatto un lavoro importante. Tanti cambiamenti non ci saranno, abbiamo poco tempo“.

Su cosa sarà intransigente:Se i giocatori non vanno a 100 all’ora, non c’è modo. Quando l’allenamento comincia si va. Quando si scende in campo bisogna essere seri e mettere il massimo impegno. Poi fuori dal campo non do tanta importanza, non faccio il sergente di ferro. Quando uno si allena e gioca deve andare a mille“.

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