Come sta: "Ho visto uno spogliatoio triste e frustrato. Volevamo vincere. Ho sentito energie positive. Io do tutto. Non mi piace che si parli sempre di me. Se confermato o no. Se mi mandano via vado via, non voglio neanche un euro. Sono tranquillissimo di ciò che faccio, lavoro con passione. Sono molto criticato. Altri allenatori parlano di me il giorno della partita. Io non l'ho mai fatto. Sono arrivato non da nulla qui. Ho 13 titoli. In Portogallo? Sì, ma ho affrontato le squadre italiane in Europa e sono sempre passato tranne una volta. Non è che sono arrivato dal niente. Serve rispetto. Io sono qui fino a non so quando e poi il Milan continua, però rispetto per me come persona. Ho anche famiglia. Si parla troppo di me. A volte non è la critica sul giocatore e il cambio, che ci sta perché è il mio lavoro e non è un problema e vi spiego la mia opinione. Poi altre cose con cattiveria e bugie non mi piace. Scusate lo sfogo, non c'entra con la partita".
Se è frustrato: "Molto. Sono arrabbiato per la situazione. Ma tutti gli allenatori quando lavorano tanto e non vincono sentono lo stesso tipo di emozione. Giorno, notte... Domani prepariamo la Lazio: è così la vita dell'allenatore. Si è creata questa nuvola sul Milan e si esce con i risultati, non conosco un'altra strada. Sta a noi essere più forti degli episodi. Ai tifosi non interessa se sono frustrato o no, se lavoro 10 ore al giorno o meno, ma se si vince. Fin quando avrò la forza di continuare, lo farò. Se la società pensa che non lo possa fare più, mi sta bene così".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/54ebeeae841b9517bec5188f8a967a43.jpg)