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Galli: “Il mio Milan regalava emozioni. Ma avremmo dovuto vincere di più” (VIDEO)

Giovanni Galli (credits: GETTY Images)

Giovanni Galli, ex portiere del Milan dal 1986 al 1990, ha parlato della squadra rossonera che ha vinto tanto in Italia e nel Mondo a cavallo di quegli anni

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Giovanni Galli, ex portiere del Milan dal 1986 al 1990, ha parlato ai microfoni di 'Milan TV' della squadra rossonera che ha vinto tanto in Italia e nel Mondo a cavallo di quegli anni. Le dichiarazioni di Galli in questo video pubblicato dal club rossonero sui propri canali social ufficiali.

"Sulla stagione 1988-89: "Arrivavamo dalla conquista dello Scudetto e iniziava il nostro percorso in Europa. Per tutti un percorso nuovo, perché la Champions nessuno l'aveva giocata. Ma eravamo tutti forti mentalmente e convinti di poterci misurare con una realtà come quella, consapevoli dei nostri mezzi: sapevamo che eravamo una squadra forte".

"Sulla stagione 1987-88: "In quel match di Napoli avevamo soltanto quel risultato a disposizione, la vittoria. Andavamo in casa dei campioni e ad affrontare una squadra composta dal più grande giocatore di tutti i temi, Diego Armando Maradona, ma c'erano anche Careca, Alemão e siamo usciti non soltanto con il successo, ma con gli applausi dei tifosi napoletani, che avevano riconosciuto nel Milan la squadra meritevole di vincere lo Scudetto: fu una cosa emozionante".

"Sulla conquista matematica di quel titolo a Como: "Devo dirti che, non avendo vinto io in passato alcun titolo, fu speciale il dopo partita di Como. All'epoca non davano alcun riconoscimento per la vittoria, come invece fanno oggi: avevamo fatto questa cavalcata, vinto a Napoli, vinto lo Scudetto, e, una volta rientrati negli spogliatoi, in mano non avevamo niente. Per cui, le due partite contro Napoli, per prestazione, e Como perché era la fine di quella cavalcata che ci aveva portato allo Scudetto"

"Sul Milan degli Immortali: "Ci rendevamo conto che eravamo entrati in un contesto dove la vittoria doveva portare ad un'altra vittoria. Questa ormai era conquistata, gioiamo e brindiamo ma dobbiamo pensare alla prossima vittoria. Questo è il passaggio imparato negli allenamenti e che riportavamo in partita, ma che poi in partita si ripercuoteva in quelli che dovevano essere i nostri obiettivi. E se devo dire la verità, a distanza di anni, credo che per la grandezza di questa squadra, abbia vinto anche poco. Doveva vincere molto di più. Ora ce ne rendiamo conto: vivevamo di adrenalina pura, del nostro lavoro, di quelle che erano le difficoltà, nell'affrontare viaggi, trasferte, avversari che contro di te facevano la partita della vita. Non era semplice: in quegli anni, in quel momento, non abbiamo percepito la gioia che stavamo dando ai nostri tifosi, ma penso anche all'Italia intera. A distanza di tanti anni, trovo tanti tifosi di tante squadre che mi dicono 'Io in quel periodo tifavo per il Milan. Quando il Milan andava in Europa e giocava la Champions, facevo il tifo per il Milan'. E questo vuol dire che trasmettevano emozioni".

"Sul gruppo: "In quegli anni lì ci sono stati dei momenti in cui la pacca sulle spalle o la litigata servissero molto di più di un allenamento. Questa è stata la forza di quella squadra. Era unita, ma non aveva paura nessuno di mettere nello spogliatoio la propria personalità, ma era messa nel rispetto degli altri. Questa era la grande forza". Sul fronte mercato, intanto, ecco le ultime notizie su Zlatan Ibrahimovic: continua a leggere >>>

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