Il 18 agosto del 1995, a San Siro, non era una serata come le altre. Era il giorno in cui il calcio perdeva il suo "cigno": Marco van Basten
Il 18 agosto del 1995, a San Siro, non era una serata come le altre. Il tradizionale Trofeo Berlusconi contro la Juventus si trasformò in un commiato, in un addio. Un momento che, a distanza di anni, resta indelebile nella memoria di ogni tifoso del Milan. Non era una semplice partita, era il giorno in cui il calcio perdeva il suo "cigno", e i tifosi rossoneri il loro eroe: Marco van Basten.
Un annuncio secco, dritto al cuore: l'addio al calcio di Van Basten
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Il giorno prima, in una conferenza stampa a Via Turati, il campione olandese aveva comunicato la sua decisione, con la stessa eleganza e determinazione che lo contraddistinguevano in campo: "La notizia che devo darvi è corta. Semplicemente ho deciso di smettere di fare il calciatore. Grazie a tutti quanti". Dietro di lui, nella sala dei trofei, lo scintillio delle coppe sembrava quasi un'ironica testimonianza di tutto ciò che aveva vinto, nonostante un destino avverso.
La sua carriera, infatti, era stata un'eterna lotta contro un nemico invisibile: un difetto congenito alla cartilagine della caviglia. Quattro interventi chirurgici, dolori costanti e una battaglia estenuante che alla fine, a soli 30 anni, lo aveva costretto ad alzare bandiera bianca. La sua ultima partita, giocata a 28 anni, era stata la finale di Coppa dei Campioni persa contro l'Olympique Marsiglia, in cui aveva stretto i denti per resistere fino alla fine.
Un saluto senza lacrime, ma con tanta emozione
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Il 18 agosto, Van Basten si presenta a San Siro con un abbigliamento iconico: jeans, camicia rosa e una giacca di renna. Scende in campo e lo stadio intero si alza in piedi, omaggiandolo con un'ovazione che gli spezza il cuore e gli fa scendere quelle lacrime che aveva tanto cercato di trattenere.