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Dopo l'assemblea, dove è stato presente Paolo Scaroni, presidente rossonero, c'è stato il Media Briefing dove il numero uno di Casa Milan ha fornito delle informazioni a tutti i giornalisti presenti. Dall'utilità e l'utilizzo del player trading fino alla situazione San Siro (per cui oggi c'è stato il rogito), con anche l'apertura di alcune indagini, e quella San Donato, che ora è da chiarire come andrà a finire. Qui sotto tutte le dichiarazioni.
Termina qui l'incontro.
Cosa ne sarà di San Donato ora e se dispiace non aver fatto uno stadio solo rossonero: "Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto, la nostra iniziativa su San Donato ha giocato un ruolo anche per accelerare la posizione di Milano su San Siro: il fatto avessimo un'alternativa in cui credeva al punto da spendere 40 milioni, è stato un campanello d'allarme. Si sono chiesti se davvero volessero che il Milan andasse via da Milano: ha giocato un ruolo positivo guardando il bicchiere mezzo pieno. Noi siamo andati molto avanti su San Donato, tanto da arrivare alla determinazione che uno stadio nuovo, moderno, fatto solo dal Milan, faceva fatica a trovare una soluzione economica. Era un po' al limite. Poi intendiamoci: non avendo successo su San Siro, saremmo andati avanti lo stesso. Ci sarebbe piaciuto avere uno stadio tutto nostro, ma abbiamo vissuto con loro allo stadio tanti anni ed è andata sempre molto bene. Una convivenza di successo, perché organizzativamente, lasciando perdere la rivalità in campo che ci deve essere e c'è, siamo società simili. Ciò che va bene a noi va bene a loro e viceversa. Rende questa convivenza relativamente facile, a differenza di altre città. C'è da 70 anni senza problemi".
Come il Milan si è mosso per far tornare i tifosi: "Dico come ho vissuto la vicenda che ci portiamo dietro da un anno. Per noi è iniziata con la vicenda Lucci, il processo a questo signore che credo sia in carcere, condannato per non so quanti anni. Io stesso ho appreso che nelle nostre curve non si faceva solo il tifo, i canti e gli incitamenti, ma anche attività illegali. Noi non vogliamo in maniera assoluta che avvenga. Questa azione della procura, che ha causato a noi molta attività e preoccupazioni, la considero positiva. Perché il tifo è ripartito come prima, ma le nostre curve si sono liberate da persone che non devono avere un ruolo per compiere atti illegali. Periodo difficile, ma sono grato di ciò che abbiamo potuto fare".
Su Calvelli nel CdA: "Calvelli il titolo esatto che ha in ambito RedBird lo leggo così sono preciso: Senior International di RedBird e opereting partner. Al di là di questo, ha una posizione importante nell'ambito dell'organizzazione di RedBird, soprattutto per lo sport, di cui fa parte il Milan: è entrato oggi nel CdA. È uomo di sport, ha lavorato per anni nel tennis. Proprio per questo RedBird ha ritenuto potesse aiutare, per noi positivo".
Sul ritorno di Galliani: "Al momento non ho novità. Ho letto le ipotesi che hanno preso corpo con la cessione del Monza: è un grande amico del Milan, è sempre allo stadio, ma non entra sicuramente nel Consiglio, che abbiamo approvato oggi. Se poi RedBird vorrà ritagliargli un ruolo ci informerà, ma non abbiamo informazioni".
Sull'indagine della FIGC per la ritardata comunicazione di un nuovo ingresso in società: "È una multa per ritardo comunicazione. Nella catena di controllo è entrato un nuovo fondista, cioè che porta fondi a RedBird, quindi irrilevante per il Milan direttamente, ma ci è arrivato in ritardo. Spiegare a tutti gli azionisti americani le esigenze FIGC è complicato. C'è stata una multa di 10.000 euro, non abbiamo neanche dovuto patteggiare. Fastidioso. Nessun nuovo socio. RedBird non è di proprietà di Cardinale, è il fondatore che gestisce tutta la quantità di denaro che arriva da investitori che danno denaro da investire. Lui rappresenta gli investitori e ha il potere di voto per il denaro che gestisce per terzi. Si tratta di un fondo che ha fornito denaro a RedBird, non so se mi sono spiegato. Nessun cambiamento per il controllo del Milan, zero".
Come sarà la convivenza momentanea tra i due stadi a livello logistico: "È un po' presto per una risposta completa. Certamente pensiamo che per le infrastrutture che servono San Siro non cambi niente. La capienza mi aspetto resti la stessa. Cercheremo di costruire il nuovo stadio recando il minor danno possibile a città, vicini e noi stessi. Impedire l'arrivo dei tifosi sarebbe un problema anche per noi. La convivenza durerà un paio d'anni. Cercheremo di renderla compatibile a tutto".
Sul player trading ancora leva per tenere i ricavi alti e se i tifosi non possono quindi più affezionarsi ai campioni o ci sono operazioni su nomi non di grido che possono evitare cessioni dolorose: "Noi consideriamo il player trading normale, non eccezionale. Vogliamo sempre avere accesso al mercato, sia per le cessioni che per gli acquisti. Ho citato cifre prima, normalmente lo usiamo molto meno di altre. Non significa che ci precludiamo qualcosa. Ci affezioniamo anche noi. Ma dobbiamo costruire una squadra forte in un contesto economico equilibrato, per questo prendiamo decisioni necessarie".
Se è previsto l'aiuto dell'azionista economicamente: "Non si prevede niente. Faremo di tutto per avere un bilancio positivo. Non prevediamo il suo aiuto".
Se sono fiduciosi su San Siro vista la tempesta giudiziaria: "Siamo astronomicamente lontani dalla tempesta. Neanche un venticello. Di fronte a un cittadino che si lamenta perché la procedura di gara non è stata di sua soddisfazione, la Procura deve fare qualche indagine per capire se si tratta di cose concrete. La mia preoccupazione è nulla. Poi è vero che l'iter è lungo per arrivare allo stadio. Avremo tanti ostacoli e salitone, ma sono convinto che ci arriveremo. Siamo tutti convinti ormai che l'operazione è da fare per la città. Penso che, chi si oppone, troverà meno supporto di qualche anno fa. Dico tante volte gli Europei in Germania, visti in Italia con passione, hanno convinto tanti che gli stadi moderni sono un'altra cosa. La nostalgia dello stadio in cui andavano con papà e nonno è ora in secondo piano per questi stadi moderni visti in TV".
Se prevedono di tornare in rosso e su Milan-Como in Australia può incidere sul prossimo bilancio: "Per la seconda domanda, non andiamo per ragioni economiche. L'utile è scarsissimo. Qualche milione. Ci andiamo in uno sforzo che facciamo, come Milan per tutti, di rendere globale la Serie A: il problema numero uno (poi ce ne sono altri di livello inferiore) è la vendita dei diritti TV fuori dall'Italia: 200 milioni all'anno, in Inghilterra sono 2 miliardi. Squilibrio incredibile. Così si guadagnano posizioni, andando a giocare in Australia, in una grande città. Ha 2 milioni di abitanti, con una comunità di italoaustraliani importante. Aiuta a promuovere il Milan e il campionato. Non ci guadagniamo. Per questo tutte le squadre erano favorevoli. Per la prima domanda: ci poniamo ancora un obiettivo di risultato economico soddisfacente, è obiettivo prioritario. Non avere la Champions League rende l'obiettivo in salita faticosa. Conto sul fatto che ci vengano idee che ci facciano almeno avvicinare ad avere il quarto esercizio positivo consecutivo".
Se visti i risultati positivi ci saranno miglioramenti sportivi, perché il tifoso deve essere contento: "In sintesi, perché per fare mercato e finanziare le squadre abbiamo bisogno di soldi. Ne abbiamo bisogno in senso assoluto perché nessuno vuole investire in una società in perdita permanente. E poi perché la UEFA ci impone di avere bilanci positivi. Altrimenti abbiamo sanzioni come altre squadre. È la condizione per avere risultati di qualità. Non basta, serve avere allenatore giusto e tanto altro, ma questo è il punto di partenza: avere bilanci positivi. C'è grande attenzione soprattutto da parte di Furlani su questo".
Introduzione di Scaroni: "Dico tre cose importanti: abbiamo chiuso per il terzo anno consecutivo un bilancio in utile. È un risultato brillante. Poi voglio sottolineare la crescita dei ricavi senza player trading e diritti tv: da 90 a 240 milioni dal 2019 a oggi. Entrate da stadio, vendite... Tutto si è triplicato. Qualcosa di spettacolare che mi dà fiducia. Devono essere entrate stabili, che prescindono entro certi limiti dai risultati. Non significa che non ci importa, ma che ci consentono di passare anche anni tristi come questo senza coppe europee. La terza cosa è che nel player trading abbiamo incassato dal 2020 al 2024 circa 60 milioni. Facciamo il confronto con le altre, sono tutte tra i 100 e i 200 milioni. Significa che abbiamo avuto meno bisogno degli altri di vendere per far quadrare il bilancio. Questo è un po' meno vero per quanto riguarda l'ultimo bilancio: la vendita di Reijnders ci ha dato una grande plusvalenza. Sono le tre cose caratteristiche che volevo dare".
A breve si comincia.
Nella giornata di oggi, come riferito da Tuttosport, alle ore 16:00 è andata in scena in seconda convocazione l'Assemblea degli Azionisti del Milan. Durante l'incontro si è è parlato del bilancio rossonero del 30 giugno 2025, che chiuderà con un itile di ben 2,9 milioni di euro. Una notizia molto importante visto che si tratta del terzo bilancio consecutivo per il club di via Aldo Rossi.
Il risultato è stato reso possibile grazie a diverse cessioni, in particolare quelle di Kalulu alla Juventus, per 14,3 milioni + bonus, e Reijnders al Manchester City, per circa 55 milioni totali + bonus. Ricordiamo anche che, in mattinata, Milan ed Inter hanno ufficialmente firmato l'atto per l'acquisto di tutto l'impianto di San Siro con annesse anche le aree circostanti.
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