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Ibrahimovic: “Delusi per la Champions: lotteremo per lo Scudetto” | PM NEWS

Zlatan Ibrahimovic AC Milan LIVE

Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, si racconta in diretta ai microfoni di 'Radio Deejay': ecco tutte le sue dichiarazioni LIVE

Daniele Triolo

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Termina qui l'intervento di Ibrahimovic a 'Radio Deejay'. 

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Un messaggio ai tifosi del Milan: "Siamo delusi dall'uscita della Champions League, mi dispiace tanto e ci dispiace tanto ma lotteremo per vincere lo Scudetto. Faremo di tutto per vincerlo e non molliamo. Nel fallimento esiste anche il successo, cresceremo e prenderemo esperienza"

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Sull'esperienza del succo pagato al mini-bar del Manchester United raccontata nel suo ultimo libro: "L'episodio al Manchester United mi sembrava strano perché è un grande club, ero al loro servizio e mi hanno tolto una sterlina. Li ho i soldi per pagare"

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Sul suo procuratore Mino Raiola: "Mino è forte, in campo pensi a te stesso ma fuori ti fa crescere tanto nella gestione della tua quotidianità"

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Sul flirt con la moglie e le spese folli di quando era giovane: "Con mia moglie avevo più esperienza. Lei ha qualche anno più di me. Il primo messaggio che gli ho mandato mi sono presentato non come Ibrahimovic ma con Ferrari rossa. Quando sei giovane sei più rock'n roll, prendi tante cose che non ti servono. Da dove arrivo io, avere una bella macchina vuol dire avere successo. Ora ho capito che certe cose non servono"

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Sulle motivazioni del giovane Ibra: "Un ragazzo che vuole diventare calciatore deve continuare finché si diverte. I genitori non devono mettere troppe pressioni, questa generazione ha troppe pressioni. I ragazzi ora giocano per mamma e papà e questo non va bene. Nessuno mi ha messo pressione. Tutto quello che ho passato ha costruito ciò che sono oggi. Non avevo alternative o le strade che c'erano non erano buone, mi sono concentrato sul calcio e lo volevo tutti i costi. In Svezia mi vedevano come straniero e non come svedese e questo mi ha motivato. Secondo me non è solo una questione di talento. Puoi diventare qualcuno anche senza talento se hai voglia e motivazione. Vale per tutti i lavori"

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Sul perché non abbia mai vinto il Pallone d'Oro: "Non so perché non ho vinto il Pallone d'Oro, io gioco e penso a giocare. Dipende come si guardano le cose. Lionel Messi ha vinto il Pallone d'Oro ma dicevano che lo meritava Robert Lewandowski. Non ho vinto neanche la Champions League, dicono che non la vincerò mai e altre cose ma questo non cambia la mia carriera. Non cambia neanche le mie qualità. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi giocatori e grandi squadre, ho imparato diverse lingue e qualcosa ho vinto"

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Sull'impegno che ci mette in ogni allenamento: "Adriano Galliani e Luciano Moggi hanno creato questa mentalità. Quando entri nello spogliatoio, nelle due ore di allenamento devi dare tutto. Poi si ride e si scherza"

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Sulla lontananza dalla sua famiglia: "E' molto dura. Siamo sempre stati insieme ed è difficile stare lontano da loro. Il programma era andare a Napoli per 4 mesi, vincere lo scudetto e tornare in Svezia. Le cose invece sono andate bene al Milan e sentivo la voglia di giocare e ho deciso di prolungare il contratto. Non avevo parlato con mia moglie e sono andato sulla passione. Ho paura di ritirarmi: ogni volta che si avvicina il ritiro, prolungo il contratto"

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Sul calcio negli Stati Uniti d'America: "Il calcio americano è fatto di tanta pubblicità e marketing. Non hanno una base per creare talenti. Ho fatto vedere io come si giocava seriamente, ora sono tornati a giocare a baseball. Il regolamento è difficile. Andavo in spiaggia a giocare perché c'era meno pressione. Potevo andare senza maglia e sentirmi normale e giovano in spiaggia con gli altri bambini"

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Sulla rottura del crociato al Manchester United: "Avevo 35 anni quando mi sono rotto il ginocchio. E' tutta una questione di mentalità. Quando era successo tutti mi davano per finito. Quando mi dicono ste cose è come mettere la benzina sul fuoco, mi sono messo degli obbiettivi. Volevo tornare forte ma non sapevo come sarebbe andata"

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Su quanto era stato vicino al Napoli: "Ero in America e Mino mi diceva di tornare a giocare in Europa, in Italia. In quel momento ho guardato documentario di Diego Armando Maradona, i tifosi erano una cosa incredibile. Avevo parlato con il Napoli e il giorno che dovevo firmare hanno mandato via Carlo Ancelotti. Mi aveva convinto, era tutto fatto. Avevo parlato tanto con lui e il giorno che è andato via mi sono sentito tanto insicuro. Poi è arrivato il Milan"

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Sulla crescita dei suoi compagni del Milan e l'adrenalina prima delle partite:"Ora sono molto concentrato. So cosa serve per caricarmi. Ho responsabilità davanti ai miei compagni. Loro mi guardano perché parlo in campo e nello spogliatoio. Si sentono protetti ma devono prendersi le loro responsabilità e crescere. Rafael Leão si è convinto da solo a correre però, non è venuto da me. Non correva, ho provato ma non trovavo un contatto mentale con lui. Non riuscivo ma nel precampionato è esploso e partito da solo"

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Sull'arrivo alla Juventus e Gennaro Gattuso: "Dopo l'Europeo del 2004 sono arrivato in Italia alla Juventus perchè mi ha portato Moggi. Con Gattuso ho un bel rapporto. E' un grande personaggio, mi caricava e ha una mentalità incredibile. Come ti alleni, giochi le partite. L'ho visto al mio compleanno che si è presentato. Mi mancava vederlo, lo avevo visto in panchina con il Napoli"

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Sull'Italia: "L'Italia è il paese che mi ha fatto diventare quello che sono oggi. Tutto è iniziato in Italia. In Olanda c'è una scuola di talenti ma ho speso tanti anni qua. E' come se fosse la mia seconda casa e sono molto grato a questo paese"

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Su cosa farebbe se fosse un arbitro: "Se fossi un arbitro non fischierei tanto perché mi piacciono i duelli. In Inghilterra lasciano giocare e non fischiano tanto, mi piace questo modo di arbitrare"

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Sul suo rapporto con i difensori:"Oggi il rapporto con i difensori è tranquillo, prima era una bomba: non sapevo se perdevo la pazienza o ero tranquillo. Oggi è più tranquillo e so controllarmi. Oggi hanno molto più rispetto di me mentre prima i difensori mi attaccavano e non avevano rispetto. C'è qualche difensore di vecchia generazione come Giorgio Chiellini. Lo stimo e mi piace quando c'è un po' di guerra così mi sento vivo"

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Sugli show negli Stati Uniti d'America: "Ho fatto qualche show in America, lì piace molto e per questo mi mandavano sempre nei talk show. Prima dei programmi mi mandavano le domande ma non mi piaceva perché preferisco le risposte spontanee: così attacchi o difendi"

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Sulla sua personalità: "Non ci sono regole nel gioco. Provo sempre a essere me stesso. Non credo di fare apposta, il mio atteggiamento è naturale. In campo sono tranquillo, poi trovi il tuo modo di fare le cose. Sono fiducioso perché credo in me stesso. Poi chi parla deve dimostrare"

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Sull'Ikea ed i tanti soldi spesi: "Ho speso tanti soldi in Ikea, merito una piccola quota dell'azienda"

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Sul titolo del libro, 'Adrenalina - My untold stories': "Non ho raccontato tutto, ci sono ancora tante cose da dire"

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