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Pellegatti: “Rangnick super dirigente. Ecco tutti i ‘top player’ acquistati”

Ralf Rangnick (credits: GETTY Images)

Carlo Pellegatti tesse le lodi di Ralf Rangnick, più come manager che allenatore. Ecco tutti i calciatori acquistati a poco e rivenduti a cifre milionarie

Giacomo Giuffrida

CALCIOMERCATO MILAN - Carlo Pellegatti insiste su Ralf Rangnick e sulla possibilità che il tedesco possa arrivare nel prossimo futuro al Milan. In quale ruolo? Non è dato sapere. Si è parlato di un doppio ruolo, direttore sportivo e allenatore, ma il noto giornalista tesse le lodi del manager più per la parte sportiva relativa al calciomercato.

Ecco tutti i gioielli di Rangnick: "Nel 2008 acquista Luis Gustavo all'Hoffenheim dal Corinthians a 1 milione, poi lo rivende al Bayern Monaco a 17. Nel 2010 Roberto Firmino dalla Tombense per 4 milioni e lo rivende al Liverpool per 41 milioni di euro. Poi nel 2012 acquista Sadio Mané dal Metz al Salisburgo, passa al Southampton per 23 e il Southampton lo vende poi al Liverpool per 41. Nel 2013 Diego Demme dal Paderborn al Lipsia per 350.000 euro, passato al Napoli per 12 milioni di euro. Sempre in quell'anno, Timo Werner, pagato 14 milioni di euro allo Stoccarda, oggi il suo valore è di 80 milioni di euro. Segue Emil Forsberg, pagato 3,7 milioni dal Lipsia, ora il suo valore è di 28 milioni di euro. Naby Keita dall'Istre per 1,5 milioni, il Salisburgo lo vende al Lipsia per 29,5 milioni e il Lipsia poi lo vende al Liverpool per 60. Ancora nel 2014, Takumi Minamino acquistato dalla Cerezo Osaka per 800 mila euro, ceduto al Liverpool per 8,5 milioni".

Questa la lunga lista di otto giocatori acquistati da Ralf Rangnick: spesa totale di 29 milioni di euro. E dunque, fa notare Pellegatti, tra prezzo di cessione e valore attuale dei calciatori non ancora venduti, il totale è di 238 milioni di euro. Cifre stratosferiche, "plusvalenza" di oltre 200 milioni di euro per giocatori che da 'possibili talento' sono diventati campioni.

Chissà che Ivan Gazidis non abbia pensato a Rangnick più come dirigente che allenatore. In Italia il doppio ruolo, alla primissima stagione, per uno straniero, potrebbe essere un rischio troppo grande. Per questo in tema allenatore, qualora venisse cacciato Stefano ioli, abbiamo ipotizzato il Milan di Luciano Spalletti: ecco il suo 4-2-3-1 >>>

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