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Milan, i limiti della UEFA stridono con le ambizioni di Elliott

Gordon Singer insieme al Presidente del Milan, Paolo Scaroni

Elliott vorrebbe investire per riportare il Milan nell’élite del calcio mondiale, ma il Fair Play Finanziario frena in partenza qualsiasi mossa azzardata

Daniele Triolo

"L’edizione odierna di ‘Tuttosport’ ha dedicato un approfondimento all’attuale situazione del Milan che, sotto stretta osservazione dalla UEFA, dovrà muoversi entro i limiti del Fair Play Finanziario in questa sessione invernale di calciomercato. Dunque, si andrà verso un mercato oculato, ‘low cost’, che non invogli la UEFA a bussare un’altra volta alla porta di Via Aldo Rossi come successo nel momento dell’acquisto di Lucas Paquetá, quando al Milan è stata recapitata una missiva nella quale, da Nyon, hanno chiesto spiegazioni sull’operazione da 35 milioni di euro più bonus.

"Il Milan, sempre secondo quanto ha comandato la UEFA nell’ultima sentenza emessa verso la società rossonera, dovrà raggiungere il ‘break even’, ovvero il pareggio di bilancio, con una perdita massima consentita di 30 milioni di euro, entro il 30 giugno 2021. Pena l’esclusione per un anno dalle coppe europee a partire dalla stagione successiva. Motivo per cui il Milan ha deciso di ricorrere, ancora una volta, al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna: l’obiettivo dei rossoneri è quello di vedersi ‘dilatare’, almeno nell’arco di cinque anni, quindi fino al 2023, il tempo per pareggiare i conti.

"Questo perché il fondo Elliott Management Corporation, proprietario del club rossonero dallo scorso luglio, avrebbe intenzione di investire nel Milan per riportarlo nell’élite del calcio mondiale ma, con questa situazione, la famiglia Singer avrebbe, di fatto, le mani legate e non potrebbe permettersi sul mercato chissà quali evoluzioni. Dal ricorso al TAS, dunque, potrebbero passare gran parte delle mosse rossonere nei prossimi mesi.

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