Per il Milan gestito da RedBird, la sessione di calciomercato di gennaio praticamente non esiste. Nel 2023 è arrivato, per poco meno di 500mila euro, il solo portiere Devis Vásquez. L'anno seguente, per 4,5 milioni di euro, soltanto Filippo Terracciano. Oltre, ovviamente, al ritorno di Matteo Gabbia dal prestito al Villarreal per ovviare alla sequenza impressionante di infortuni dell'ultima stagione con mister Stefano Pioli.
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Calciomercato Milan, ma i rinforzi arrivano o no? Tutto quello che non vi dicono
RedBird non ama intervenire a stagione in corso per non toccare delicati equilibri economici e preferisce fare tutto in estate. Ad ogni euro generato corrisponde un euro speso e, se non si generano soldi, non si investono soldi. Tutto molto semplice per il fondo di proprietà di Gerry Cardinale e per i dirigenti che l'imprenditore statunitense ha messo (o confermato) a capo del management rossonero.
Il Milan di RedBird non farà come fece il Milan di Elliott nel gennaio 2019, quando spese oltre 70 milioni di euro per acquistare Lucas Paquetá e Krzysztof Piątek nel tentativo di salvare la stagione. Perché - questo è il pensiero di Furlani - non c'è certezza che investire ora garantisca l'accesso alla prossima Champions League e, dunque, agli enormi proventi che la competizione garantisce.
Non nega, questo no, rinforzi all'allenatore. Ma deve andare via qualcuno per creare spazio in lista e, soprattutto, per dare al club margine economico di manovra. Altrimenti i tifosi si scordino i rinforzi. PROSSIMA SCHEDA
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