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SERIE A

Calciomercato – Theo-Milan, una frattura insanabile: addio sempre più vicino

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C’era un tempo in cui Theo Hernández era l’irrinunciabile del Milan. Ora tutto è cambiato: il terzino francese è sempre più vicino all'addio
Alessia Scataglini

C’era un tempo in cui Theo Hernández era l’irrinunciabile del Milan. La freccia sinistra che bucava le difese avversarie, il terzino capace di trasformarsi in attaccante aggiunto, di segnare gol decisivi e di trascinare la squadra nei momenti di difficoltà. Oggi, quella stessa fascia sinistra è diventata un’autostrada per gli avversari, e Theo si è trasformato da leader tecnico a uno dei simboli della crisi rossonera. Una parabola discendente che racconta non solo le difficoltà del giocatore, ma anche quelle di una squadra incapace di ritrovare se stessa.

La punizione e la crisi

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La stagione di Theo Hernández è lo specchio di un Milan che non riesce più a brillare. Da trascinatore, il francese è diventato una delle zavorre di questa squadra. La sua esclusione contro la Lazio ad agosto, per scelta punitiva di Paulo Fonseca, sembrava un episodio isolato, uno scossone per risvegliare un giocatore che aveva bisogno di ritrovare motivazioni. E invece quella panchina è diventata il simbolo di un’involuzione che non si è più arrestata.


Sabato a Lecce, con Sergio Conceicao in panchina, la storia potrebbe ripetersi. Il tecnico portoghese sta valutando di lasciarlo ancora tra le riserve, una decisione che avrebbe un peso enorme, perché certifica una crisi ormai impossibile da nascondere. Giocare in trasferta avrebbe potuto essere un’occasione per Theo: lontano da San Siro, da quei fischi che ormai lo accompagnano a ogni tocco di palla. Ma il problema non è solo ambientale, è profondamente tecnico e mentale.

Da trascinatore a bersaglio

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La rottura con il pubblico milanista è ormai evidente. L’episodio di due giorni fa è stato lo strappo definitivo: Theo che si avvicina a battere un calcio d’angolo e viene sommerso dai fischi. Un segnale chiaro, quasi impensabile fino a pochi mesi fa per un giocatore che ha dato tantissimo alla causa rossonera. Ma il popolo di San Siro non tollera più l’atteggiamento svagato, le distrazioni difensive, quella sensazione che Hernández giochi con il freno a mano tirato.

Il gol del vantaggio della Lazio è nato proprio da una sua copertura debole, l’ennesimo episodio di una stagione in cui Theo è apparso spesso in ritardo, poco concentrato e lontano parente del giocatore ammirato nelle scorse stagioni.

Il problema, però, non è solo difensivo. La spinta travolgente che ha reso Theo Hernández uno dei migliori terzini d’Europa sembra svanita. La fascia sinistra, che un tempo era la corsia preferenziale del Milan per creare pericoli, è diventata una zona di passaggi imprecisi e scelte sbagliate. L’intesa con Rafael Leão, altra stella in ombra, non è più quella di una volta: le sovrapposizioni sono rare, i cross quasi sempre fuori misura, le incursioni sterili. Quando Leão si incaponisce in serpentine senza sbocco, Theo non è più il partner pronto a offrirgli una soluzione.

Eppure, stiamo parlando di un giocatore che ha scritto pagine importanti nella storia recente del Milan. I suoi 30 gol in Serie A sono un record per un difensore rossonero. È stato protagonista nella corsa allo Scudetto del 2022, con reti decisive e prestazioni da leader. Ma il calcio, si sa, non ha memoria lunga. E oggi quel credito sembra esaurito.

Un futuro già scritto?

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La sensazione è che il rapporto tra Theo Hernández e il Milan sia giunto a un punto di non ritorno. Il contratto in scadenza nel 2026 non verrà, con alte probabilità, rinnovato: questa è la linea tracciata dalla dirigenza, che in estate cercherà acquirenti per evitare il rischio di perderlo a parametro zero. Una scelta drastica, ma inevitabile se il giocatore non dovesse dare segnali di ripresa.

La cessione di Theo non sarebbe solo una questione economica. È anche una questione di fiducia, di stimoli, di un ciclo che sembra ormai chiuso. Hernandez ha bisogno di ritrovarsi, magari in un ambiente nuovo. Il Milan, dal canto suo, ha bisogno di giocatori motivati, capaci di guidare la squadra anche nei momenti difficili. E oggi Theo non sembra più quel tipo di leader.

Ultima chiamata a Lecce

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La trasferta di Lecce potrebbe essere un bivio per il futuro del terzino francese. Se Conceicao decidesse di tenerlo ancora in panchina, sarebbe la conferma che la frattura è quasi insanabile. Ma se Theo avrà una chance, sarà chiamato a una risposta forte, sia tecnica che caratteriale. Non basterà una prestazione sufficiente: servirà uno scatto d’orgoglio, una di quelle prove da campione che in passato lo hanno reso imprescindibile.

Il Milan non può più aspettare. E nemmeno Theo. Gli ultimi mesi di questa stagione diranno molto sul suo futuro, e forse anche su quello del club. Ma una cosa è certa: il tempo delle attenuanti è finito. Ora servono risposte. LEGGI ANCHE: Milan, il successo della quarta maglia: sold-out e record di vendite per i rossoneri