La trattativa sembrava possibile per diversi fattori. L'attaccante danese classe 2003 rappresentava il prototipo di giocatore che poteva rientrare nei parametri RedBird: giovane di prospettiva da rilanciare sui cui era facile creare valore e in uscita dal proprio club, che dopo due stagioni da 26 gol totali in 95 presenze ha voluto puntare sulla stella in ascesa di Benjamin Sesko.
Il vero ostacolo nella trattativa è stato convincere Hojlund della bontà del progetto rossonero, ma soprattutto della fantasiosa formula che offriva il Milan per strapparlo al Manchester United. L'offerta del Diavolo prevedeva un prestito oneroso, con un diritto di riscatto intorno ai 45 milioni di euro. Questa formula rappresentava tutto ciò che il classe 2003 non cercava per la sua nuova tappa. Hojlund era alla ricerca di stabilità dopo i problemi a Manchester, chiedeva perciò, almeno, un prestito condizionato che diventasse obbligo al raggiungimento di determinate condizioni.
Proprio l'offerta che ha proposto il Napoli di Aurelio De Laurentiis: 6 milioni di prestito e 44 per il riscatto, che diventa obbligatorio al momento della qualificazione azzurra alla prossima Champions League.
La stagione di Hojlund al Napoli
—Ora il Milan si mangia le mani: aveva il colpo in canna, ma non ha sparato. L'acquisto di Rasmus Hojlund, con una formula che offrisse più certezze al danese, avrebbe risolto tutti i problemi attuali del Milan, ancora alla ricerca di un vero numero nove capace di alzare il livello offensivo della squadra.
Finora, i numeri di Hojlund con la maglia del Napoli sono molto positivi: 18 partite giocate, 7 gol e 3 assist, in poco più di 1300 minuti giocati. In attesa di capire come sarà l'attacco rossonero dopo il mercato di gennaio, il Diavolo ha un grosso rimpianto e gioca nella rivale per lo scudetto.
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