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C’era una volta il Milan: quante brutte figure negli ultimi anni

Silvio Berlusconi Milan
Dal doppio amministratore al nuovo stadio fino ad arrivare alla cessione del club: il Milan è stato protagonista di tanti episodi piuttosto sconvenienti

Daniele Triolo

BRUTTE FIGURE ROSSONERE

Le ultime notizie sul sempre più probabile, ennesimo, slittamento del closing per il passaggio di proprietà del Milan da Fininvest ai cinesi non fanno di certo fare una bella figura alla società rossonera. Il Milan, secondo club più titolato al mondo dopo il Real Madrid, purtroppo, è già da qualche anno che va incontro ad episodi piuttosto sconvenienti per il suo nome e per la sua immagine. Ricordiamone alcuni.

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IL DOPPIO A.D.

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Nel dicembre 2013 Barbara Berlusconi, figlia del Presidente, viene nominata dal Consiglio d'Amministrazione del Milan quale vice Presidente ed amministratore delegato con delega alle funzioni sociali non sportive (principalmente, area marketing): al fino ad allora unico A.D. Adriano Galliani vengono lasciate soltanto le mansioni sportive. La formula del doppio amministratore delegato non porta bene ai rossoneri: Barbara Berlusconi e Galliani non si sopportano moltissimo, e spesso si sono verificati 'misunderstanding' e sovrapposizioni di ruoli.

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LO STADIO MANCATO

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Tra le prime 'mission' di Barbara Berlusconi c'è stata la proposta di realizzare il nuovo stadio del Milan in zona Portello. Il progetto, inizialmente avallato da tutto l'ambiente rossonero, è datato 2015: lo stadio avrebbe avuto 48mila posti, e sarebbe dovuto sorgere su terreni gestiti dalla Fondazione Fiera Milano. Nonostante le proteste dei residenti del quartiere, l'iter procedurale è andato avanti quasi fino alla fine, prima del dietrofront del Presidente Silvio Berlusconi, non convinto dai costi di bonifica dell'area troppo elevati. Penale per il Milan, e primo, vero colpo alle ambizioni di Barbara di scalare concretamente i vertici societari.

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BEE TAECHAUBOL

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Nello stesso anno di 'grazia', il 2015, entra di prepotenza nell'universo milanista il broker thailandese Bee Taechaubol che, nel mese di giugno, firma un contratto preliminare con Fininvest per trattare l'acquisto del 48% del club rossonero in cambio di un corrispettivo di 480 milioni di euro. Sembra quasi tutto fatto ma, nel febbraio 2016, la trattativa tra Berlusconi e Bee salta, poiché l'imprenditore non possiede i soldi necessari per rilevare il Milan. Bee è rispuntato fuori, più di recente, per gettare fango su 'Sino-Europe Sports', tacciando il fondo cinese di voler speculare sul club.

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“JACKSON, SI'!”

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Nell'estate 2016, dopo l'ennesima stagione fallimentare sul campo, Silvio Berlusconi, prima di mollare la società, prova il tutto per tutto e decide di investire, sul mercato, una centinaia di milioni di euro per tornare a giocare in Champions League dopo anni di vacche magre. Arriveranno Andrea Bertolacci, pagato 20 milioni di euro, e Carlos Bacca, pagato 30, ma, in realtà, i primi obiettivi del Milan erano il centrocampista francese Geoffrey Kondogbia e l'attaccante colombiano Jackson Martínez, trattati con l'ausilio della 'GestiFute', l'agenzia di Jorge Mendes, potente procuratore lusitano. Mentre Kondogbia sfuma in virtù di un blitz di Marco Fassone, allora direttore generale dell'Inter, e del collega Piero Ausilio, nel Principato di Monaco, l'accordo con l'ex Porto viene annunciato in diretta dall'allora 'Milan Channel'. Poi, però, il giocatore ha preferito i soldi ed il fascino della Champions League con l'Atlético Madrid, lasciando il Diavolo, ancora una volta, al palo.

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LA SOSPIRATA CESSIONE

Nella prima metà del 2016, intanto, si era tornati a parlare della cessione del Milan. Questa volta si fanno avanti i cinesi. Fininvest porta avanti per mesi le trattative con una cordata rappresentata da Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, advisor italo-statunitensi della controparte orientale, per la cessione del 70-80% del club. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, nel luglio 2016 improvvisamente le trattative rallentano, frenano … e, infine, saltano. Questo perché la cordata cinese si spacca in due, prende potere, e credibilità, con Fininvest, la 'Sino-Europe Sports' la quale, il 5 agosto, firma il contratto preliminare per l'acquisto non di una percentuale, ma di tutto il Milan. Il resto è notizia degli ultimi mesi: closing più volte rinviato, e Milan che brancola nel buio.

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