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Verso Milan-Atalanta: Cristante e Petagna, ex con il dente avvelenato

Andrea Petagna, centravanti dell'Atalanta (credits: GETTY Images)

Sabato si giocherà il match tra Milan e Atalanta. Nelle fila degli orobici ci sono i due ragazzi del 1995 che in passato il club rossonero scartò

Michele Neri

Bryan e Andrea. Un pensiero che assilla le menti dei dirigenti e pure dei tifosi del Milan. I due prodotti del vivaio rossonero, Cristante e Petagna, da quando sono all'Atalanta sono esplosi, e sembrano molto più forti dei giocatori che il Diavolo ha ora nei loro stessi ruoli. C'è il rimpianto, sicuramente. Perché erano il tesoretto del club di via Aldo Rossi, e invece sono stati allontanati come giocatori qualsiasi. Sabato Milan-Atalanta è un match importante per tanti motivi. Per la classifica, per la società milanese ora in piena crisi, per la Dea sempre ad un passo dai 3 punti. I ragazzi del 1995 vorranno riscattarsi, far ricredere qualcuno delle poltrone autorità di San Siro. Per loro due questa sfida ha quindi valore doppio!

Le storie di Bryan e Andrea hanno avuto un inizio e una fine identica, ma nel mezzo le loro vite hanno riscontrato esperienze decisamente differenti. Il centrocampista, ora con Gasperini pure trequartista quando serve, saluta Milanello nel 2014. Un addio non approvato da tutti, era il gioiello del vivaio e dopo qualche presenza in prima squadra si pensava potesse diventare il perno della formazione allenata da Allegri. Eppure lui stesso vuole un'esperienza all'estero. Così quando arriva l'opportunità Benfica, che per il Milan significa 6 milioni di euro (per un 19enne!), nessuno ci pensa due volte, e Bryan si ritrova da un giorno all'altro in Portogallo. Poco tempo fa ha affermato che le due stagioni trascorse a Lisbona lo hanno aiutato a crescere. Anche se in verità ha disputato solo 894 minuti, pochissimi. Nel 2016 quasi tutti si convincono che Galliani abbia fatto "la giocata" a cederlo. Le annate successive a quelle in terra portoghese infatti non gli permettono di riscattarsi. Al Palermo dal gennaio 2016, e al Pescara dal luglio dello stesso anno sembra un mediano anonimo, un giovane non realizzato. 93 minuti in Sicilia, 1157 (sempre senza segnare) in Abruzzo nel club che milita in quei mesi nel fondo della classifica di Serie A. Poi la cura del Gasp, che a gennaio lo prende sotto la sua ala. In maglia orobica riparte da zero. E cresce così tanto da impressionare pure il suo stesso "padrino". Gasperini lo ha definito un giocatore "totale", "straordinario". 3 reti lo scorso anno, già 8 tra Serie A ed Europa League quest'anno. E gli occhi delle big ora sono tutti puntati su di lui, che sogna pure la Nazionale.

Se può sembrare contorto il trascorso di Cristante, quello di Petagna lo è ancora di più. Il gigante, che con il Papu è "Orso", amava la maglia del Milan, ma non trova in nessun modo una possibilità. Piange quando i rossoneri comprano Matri il 30 agosto del 2013. Un acquisto che comporta necessariamente una relegazione lontano da Milanello per Andrea. Si trasferisce alla Sampdoria, ma a gennaio è già di nuovo a Milano. A luglio del 2014 inizia ufficialmente un giro tra i borghi della Serie B, apparentemente senza fine. Latina, poi Vicenza, poi pensa al ritiro dal calcio giocato. Non ha richieste, ed è demotivato. Il ripescaggio dell'Ascoli in Serie B è la sua salvezza. In terra picena trova Devis Mangia, un allenatore che gli dà grande fiducia. Conclude la stagione 15/16 con 7 reti e tante ottime prestazioni. Il suo cartellino recupera appeal, a tal punto che a metà dell'annata vissuta in B l'Atalanta lo prenota per il campionato seguente, pagando al Milan un solo milione. A Bergamo con il sorriso. Gasperini lo tiene caldo in panchina, ma stavolta non diventa triste perché ha fiducia nei suoi mezzi. L'occasione non tarda ad arrivare. Il 21 Agosto alla prima di campionato, segna un gol contro la Lazio, e dopo due mesi è titolare fisso, a discapito di Paloschi (altro ex Milan). Non svolge la mansione del goleador (9 reti tra l'anno scorso e quello attuale), ma il suo lavoro è fondamentale per la squadra. Diventa primo riferimento quando l'Atalanta deve salire nel campo, e pure assist-man: 15 servizi in due anni, numeri pazzeschi per un attaccante boa. E' ancora legato con il cuore al Milan, ma non può vivere distante da Gasperini. E se dovesse segnare a San Siro, lo ha già detto...esulterebbe!

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