Continuano le polemiche e di pari passo pure gli elogi per il Var. Il sistema tecnologico che assiste gli arbitri, inaugurato in questa stagione, non è stato compreso da tutti (Simone Inzaghi continua a lamentarsi, ad esempio), ma sicuramente ha segnato un crocevia importante nella storia della Serie A.
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VAR, un bilancio al giro di boa: 45 interventi, 18 rigori dati
Giunti a metà campionato, con il girone di andata conclusosi sabato scorso, è tempo di tracciare un bilancio sull'operato della video-assistenza. Non è possibile calcolare il numero di "silent check" avvenuti, mentre gli interventi veri e propri (quelli per cui è stato interrotto il gioco e guardato il replay) sono stati 45. Gli arbitri che più ne hanno usufruito sono stati Mariani, con 5 cambi di decisione, Valeri (4), mentre due direttori di gara, Calvarese e Irrati, non hanno ancora sfruttato la possibilità di controllare il teleschermo a bordocampo. Per quanto riguarda invece il lavoro degli arbitri in cabina Var, Fabbri è stato il più attivo: ha fatto cambiare 5 decisioni a chi arbitrava. Giacomelli, Manganiello, Tagliavento e il sopracitato Calvarese invece non hanno mai chiesto a chi dirigeva il match di fare passo indietro.
I rigori concessi grazie al Var sono 18, quelli tolti con l'aiuto di esso 7, l'ultimo in Inter-Lazio. Possiamo poi guardare i dati relativi al fuorigioco. I gol annullati dal video sono 9, in 3 casi l'offside chiamato dall'assistente era sbagliato ed è stato corretto dalla tecnologia. Infine 2 sono i rigori tolti per offside segnalato dalla cabina. Concludiamo il bilancio con le espulsioni: 10. Due di queste per chiara occasione da gol. Ha fatto discutere la sanzione di Banti a Romagnoli, nell'ultimo turno. La Fiorentina voleva il rosso per l'intervento su Simeone, il Var ha lasciato correre.
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