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Abate, arrivederci al Milan: “Mi piacerebbe un giorno tornare da ds”

Ignazio Abate lascia il Milan e 'San Siro' (credits: GETTY Images)

Ignazio Abate, nell'intervista esclusiva concessa alla "Gazzetta dello Sport", ha parlato del suo addio al Milan e del suo possibile ritorno da dirigente

Salvatore Cantone

ULTIME MILAN - Ignazio Abate, dopo la scadenza del suo contratto a giugno, non è più un giocatore del Milan. Il terzino, che in rossonero ha disputato 300 presenze e vinto uno Scudetto e due Supercoppe, ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Che Milan lascio? Un Milan che ha tutte le componenti per ambire a traguardi più importanti. C’è una base solida, una rosa con qualità tecniche e morali. Vedo un futuro roseo, anche se per competere servono due-tre innesti mirati. Sono d’accordo con quello che diceva Gattuso: okay i giovani, ma serve anche gente di esperienza e spessore. Non è più il momento di affidarsi alle scommesse"

Lei come si sente, un po’ stranito? C’è rimasto male per il contratto non rinnovato?

"Diciamo che il mio sogno era chiudere in rossonero, ma la vita va avanti. Ho affrontato l’argomento con Leonardo a ottobre e lui è stato assolutamente onesto con me, mi ha parlato chiaro e quindi sapevo già molto presto la strada che mi aspettava. Poi, è ovvio, lungo l’anno ho cercato di metterlo in difficoltà... (ride, ndr)".

Immaginiamo abbia fatto così anche con Gattuso.

"Certo. Chiaro, avrei voluto giocare di più, anche perché mi sentivo e mi sento benissimo sia a livello mentale, sia fisico, ma ho sempre privilegiato l’interesse del gruppo. Rino era e resta un amico, per me è un modello da quando ero un ragazzino. Mi spiace che se ne sia andato, ma a fine stagione l’ho visto davvero stremato. Ha dato il mille per cento, ci ha portato a un passo dalla Champions, ha plasmato un gruppo vero in cui tutti lo seguivano. Magari i programmi del club non rispecchiavano le sue idee. So solo che lungo la stagione è migliorato tanto nella gestione del gruppo e delle pressioni".

Lei ne ha vissute tante in dieci anni. Ma anche tante cose belle: ce ne isoli tre

"Il saluto di San Siro è stato qualcosa di incredibile, non mi aspettavo un trasporto simile. Poi lo scudetto del 2011 e la Supercoppa a Doha".

Leonardo, Maldini e ora Boban: che intreccio è ai suoi occhi?

"Semplice: con Leo sarò sempre in debito perché mi lanciò lui. Un uomo sopra le media intellettualmente e moralmente. Ha insegnato molto a Maldini, che ora vedo pronto. E’ la persona giusta al posto giusto. Con Boban è un ottimo mix".

Come visse il Milan cinese?

"Restai incredulo quando andò via Berlusconi. Credevo non sarebbe mai successo. Sono cresciuto con lui e Galliani, che per me era un secondo padre. La cosa più brutta della gestione cinese era sentirsi estranei in “casa propria”. Pensai anche di andarmene. Non esisteva più nulla di quanto conoscevo al Milan, era tutto stravolto".

Ma lei tornerebbe al Milan da dirigente?

"Solo un folle direbbe di no. Ma prima, come dice Rino, bisogna mangiarne di pagnotte. Più che sul campo mi vedo dietro la scrivania, magari come d.s.".

E a breve termine dove si vede?

"So che ci sono molti interessamenti, soprattutto in Italia, ma non solo. Non scarto a priori l’estero, anzi. Deciderò in base al progetto, voglio competere per vincere e rimettermi subito in gioco. Spero di trovare qualcosa di travolgente". Intanto il Milan prende un giovane talento classe 2002, continua a leggere >>>

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