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TROFEO BERLUSCONI, infortuni e figuracce. Milan a pezzi

Sinisa Mihajlovic Milan
Il Milan esce a pezzi da un trofeo che aveva poco senso giocare. Non solo, il Berlusconi ha portato l'ennesima figuraccia e infortuni

Donato Bulfon

Una volta serata di gala attesissima, in cui presentare gli ultimi colpi di mercato, il Trofeo Berlusconi 2015 si è giocato in un’atmosfera cupa, tra due squadre con tanti problemi ed entrambe lontane dai fasti del passato. Da tradizione previsto per la fine di agosto, il trofeo dedicato a Luigi Berlusconi, padre del presidente del Milan, quest’anno è stato spostato ad un malinconico mercoledì di ottobre a causa di un ancor più malinconico primo turno di Coppa Italia giocato dai rossoneri, contro il Perugia, il 17 agosto. Questo dato di partenza è fondamentale per comprendere il punto di arrivo: ieri, mercoledì 21 ottobre, mentre la squadra che registra più partecipazioni come ospite (19 su 24 edizioni totali) al “Berlusconi” – cioè la Juventus – si stava preparando ad ascoltare la musichetta della Champions League, a circa 150 km di distanza il Milan stava perdendo 1-0 contro un’Inter che definire rimaneggiata è riduttivo.

Infatti l’Inter ha chiaramente inteso la partita come un allenamento per chi ha giocato poco e niente nella prima parte di stagione, senza convocare chi ha giocato domenica contro la Juventus. E se nel primo tempo erano in campo le riserve nerazzurre, nella ripresa Dodò era il più “vecchio”, a eccezione del terzo portiere Berni, intorno a ragazzi della Primavera. Al contrario, per onorare il Trofeo tanto caro al presidente Berlusconi, Mihajlovic ha schierato tutti i titolari disponibili, lasciando a riposo solo Montolivo, Bonaventura e Bacca, e concedendo una chance al giovane Donnarumma, che ha ben figurato.

Se sulla carta la partita doveva essere a senso unico, lo 0-1 finale conferma fino in fondo i veri problemi di questo Milan: oltre all’assenza di gioco, sono da registrare le incredibili amnesie difensive (sul gol di Kondogbia) e la totale assenza di cattiveria sotto porta (prima Poli e Honda poi Rodrigo Ely hanno sciupato grandi occasioni). Come se non bastasse la brutta figura rimediata, al 14’ Bertolacci è costretto ad uscire per una brutta botta al ginocchio che lo terrà fermo qualche giorno. D’altra parte, l’unica prestazione veramente convincente è stata quella dell’unico giocatore non tesserato, ovvero Kevin-Prince Boateng, e l’unica giocata degna di nota è avvenuta all’ottavo minuto di gioco, quando Mihajlovic ha stoppato di tacco una palla alta che transitava nella sua zona.

Il risultato è un Milan umiliato e sfiancato, a cui senz’altro avrebbe fatto comodo un’intera settimana di preparazione. Le partite ravvicinate contro Sassuolo, Chievo e Lazio giocheranno infatti un ruolo fondamentale nel destino di Mihajlovic sulla panchina rossonera. Una striscia molto positiva (7 o 9 punti) potrebbe dare energie ed entusiasmo per il resto della stagione, svoltandola decisamente. Al contrario altre brutte figure, soprattutto nelle prime due partite in casa, potrebbero segnare il capolinea per l’allenatore serbo.

Federico Graziani

 

 

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