Le implicazioni legali: un muro contro la vendita?
—In base al Codice dei beni culturali, un "archivio pubblico" è tale fin dalla sua creazione e, di conseguenza, non può essere distrutto (demolito), smembrato (spostando le targhe altrove) o alienato (in quanto patrimonio demaniale). Questa tutela, sebbene finora "silenziosa", rende la strada per il Comune verso la possibile vendita dello stadio ai club ancora più in salita.
L'iter di vendita è già carico di contenziosi sui vincoli esistenti: oltre al dibattito sul vincolo di interesse culturale del secondo anello (e le polemiche sulle date di costruzione), c'è anche il cruciale vincolo storico-relazionale, che riguarderebbe l'intera struttura, incluso il terzo anello. Quest'ultimo, sebbene negato dalla Sovrintendenza, è stato sollecitato dalla Commissione regionale.
Tutte queste criticità espongono l'eventuale cessione dello stadio a potenziali impugnazioni. Nonostante ciò, il sindaco Giuseppe Sala intende proseguire con l'iter di vendita, che riprenderà a settembre dopo una pausa dovuta alle indagini urbanistiche che hanno portato alle dimissioni dell'assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi.
Il futuro di San Siro resta un enigma, arricchito da nuovi capitoli legali e culturali che rafforzano il profondo legame tra lo stadio, la storia dei club milanesi e la città.
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