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San Siro: le targhe dei trionfi di Milan ed Inter, un nuovo ostacolo alla demolizione

San Siro: le targhe dei trionfi di Milan ed Inter, un nuovo ostacolo alla demolizione - immagine 1
Il destino di San Siro si complica ulteriormente. Non solo il secondo anello dello stadio: nuovi problemi pe Milan ed Inter
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Il destino di San Siro si complica ulteriormente. Non è solo il secondo anello dello stadio a essere oggetto di tutela per il suo valore storico-culturale, con un vincolo che entrerà in vigore il 10 novembre prossimo. Anche le targhe commemorative di Inter e Milan, che celebrano i loro trionfi internazionali sulla facciata della tribuna rossa, sono ora sotto i riflettori della Sovrintendenza.

Come riferito da Calcio e Finanza e Corriere della Sera, queste 27 targhe (18 rossonere, 9 nerazzurre), posizionate tra gli ingressi 226 e 228, raccontano una storia che inizia nel 1963 con la prima Coppa dei Campioni del Milan e prosegue fino al Mondiale per Club dell'Inter nel 2010. A queste si aggiunge la targa dedicata a Giuseppe Meazza, apposta dal Comune nel 1980.


Un "archivio pubblico esposto": il vincolo delle targhe per la demolizione di San Siro

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Secondo Il Corriere della Sera-Milano, la Sovrintendenza archivistica ha riconosciuto su queste targhe una tutela automatica, un aspetto finora poco considerato nel dibattito. L'avvocato Veronica Dini, che rappresenta i comitati, sostiene che l'insieme di queste targhe trasforma la tribuna Ovest in un "archivio pubblico esposto".

Cosa significa questo? Un "archivio" è un sistema organizzato di documenti che testimoniano l'attività di un soggetto. È "pubblico" anche se creato da soggetti privati come i club calcistici, ed è "esposto" in quanto si tratta di una forma di documentazione visibile, che può spaziare dalle incisioni antiche alle insegne dei negozi.

Le implicazioni legali: un muro contro la vendita?

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In base al Codice dei beni culturali, un "archivio pubblico" è tale fin dalla sua creazione e, di conseguenza, non può essere distrutto (demolito), smembrato (spostando le targhe altrove) o alienato (in quanto patrimonio demaniale). Questa tutela, sebbene finora "silenziosa", rende la strada per il Comune verso la possibile vendita dello stadio ai club ancora più in salita.

L'iter di vendita è già carico di contenziosi sui vincoli esistenti: oltre al dibattito sul vincolo di interesse culturale del secondo anello (e le polemiche sulle date di costruzione), c'è anche il cruciale vincolo storico-relazionale, che riguarderebbe l'intera struttura, incluso il terzo anello. Quest'ultimo, sebbene negato dalla Sovrintendenza, è stato sollecitato dalla Commissione regionale.

Tutte queste criticità espongono l'eventuale cessione dello stadio a potenziali impugnazioni. Nonostante ciò, il sindaco Giuseppe Sala intende proseguire con l'iter di vendita, che riprenderà a settembre dopo una pausa dovuta alle indagini urbanistiche che hanno portato alle dimissioni dell'assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi.

Il futuro di San Siro resta un enigma, arricchito da nuovi capitoli legali e culturali che rafforzano il profondo legame tra lo stadio, la storia dei club milanesi e la città.