L'inter ispira, il Barcellona no. La paradossale critica a ciò che ha fatto grande il Milan
—Per carità, il pallone è rotondo e può succedere di tutto. Tuttavia, fanno riflettere gli encomi riservati all'Inter, al calcio di sacrificio, al grande cuore nerazzurro. Ma dove sono finiti coloro che criticavano aspramente Massimiliano Allegri? Dove si sono nascosti tutti quelli che reputavano il catenaccio come l'anti-calcio? Chissà, forse rispunteranno quando l'ex tecnico della Juventus tornerà su una panchina, magari quella del Milan, e si tornerà a parlare di rinnovamento, di idee e del movimento italiano. Intanto, il Barcellona gioca e lo fa sempre attraverso le proprie idee e la propria filosofia.
Il Milan di Sacchi e il Milan di Capello
—Non sappiamo se, alla fine, i blaugrana supereranno l'esame di San Siro, ma siamo certi che affronterà lo scoglio con un piano tattico ben preciso e conosciuto. Dopotutto, a fare la storia sono stati sempre gli spregiudicati e questa mentalità ha reso grande anche il Milan. Basterebbe pensare ad Arrigo Sacchi, arrivato a Milanello come perfetto sconosciuto e uscito da leggenda del calcio mondiale. Basterebbe pensare all'ossessivo pressing rossonero condotto da Baresi, all'attacco atomico formato da Van Basten e Gullit. Basterebbe recuperare alcune partite di quel Milan, come la sfida scudetto contro il Napoli terminata 3-2 a favore dei rossoneri e al 5-0 contro il Real Madrid.
Questa non è una critica all'Inter, né tantomeno a Simone Inzaghi. I nerazzurri hanno spesso mostrato un gran bel gioco, probabilmente il migliore in Italia. Questa è una critica ai critici, coloro che cambiano opinione in base al soggetto in questione. Ormai non si tratta di filosofie, poiché, riprendendo sempre in esempio il Milan, i rossoneri hanno vinto anche con Fabio Capello e non esaltavano certamente per il gioco espresso, anzi. Qui si tratta di obiettività e di un'orda che non accetta il progresso, che preferisce rimanere ancorati su idee che possono rivelarsi vincenti ma che, alla fine, si contraddicono da sole. Allegri, Flick, Inzaghi, Sacchi, Guardiola e chi più ne ha più ne metta: il calcio cambia sempre ma, almeno, è coerente a sé stesso. LEGGI ANCHE: Una cometa nella storia del Milan. Beckham, il mancato ritorno e un record... sfiorato>>>
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