Che sia voluto o no, l’andamento dell’Arsenal appare chiaro, se si analizzano i numeri – economici e sportivi – degli ultimi anni: mantenere una società sana e salda in quanto a budget e bilanci. L’importanza del fattore economico, infatti, si delinea quasi sullo stesso piano di quello calcistico, dove – negli ultimi anni – i Gunners hanno vinto solamente la Coppa d'Inghilterra e il Community Shield.
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PM – Stessi sponsor del Milan, guadagni doppi: focus sul bilancio dell’Arsenal
Puma-Emirates: il presente dell’Arsenal, il futuro del Milan. Vi portiamo alla scoperta dei numeri dei Gunners, che ricavano il doppio dei rossoneri
Fuori dal campo, invece, arrivano piogge di milioni grazie ad un lavoro – questa volta sì, vincente – dei dirigenti e dei manager inglesi. Tanto che, bilancio alla mano, l’Arsenal vola. E lo fa grazie ai due sponsor principali, che di velocità e altezze ne capiscono: da una parte Emirates, tra le compagnie di punta dei voli internazionali, dall’altra Puma, brand tecnico sempre più in espansione. Emirates-Puma, un binomio vincente che nei prossimi mesi sbarcherà ufficialmente anche dalle parti di Via Aldo Rossi. O meglio, si formerà, perché Emirates è legato con il club rossonero già da sette anni. Pianetamilan.it vi porta dunque alla scoperta del bilancio e dei numeri dei Gunners, partendo proprio da questa casuale – ma altrettanto utile – curiosità.
I Gunners, come detto, godono di un contratto con Puma e un duplice contratto con Emirates. Per quanto concerne lo sponsor tecnico, l’Arsenal ha abbandonato la storica Nike per firmare, nel 2014, un contratto con Puma: accordo quinquennale (fino al 2019) su una base di 150 milioni di sterline (175 mln di euro), che garantisce ben 30 milioni di sterline annui (33 mln di euro). A ciò si aggiunge il contratto con Emirates: da una parte l’accordo per le sponsorizzazioni sulla maglia, in scadenza nel 2019 ma rinnovato lo scorso febbraio fino al 2024: un totale di 200 milioni di sterline (225 mln di euro), per la bellezza di 40 milioni annui (45 mln di euro). Dall’altra parte, ecco l’accordo per i naming rights dello stadio: l’accordo stipulato nel 2006 prevede un totale di 120 milioni di sterline per 15 anni (fino al 2012, ma è già in programma il rinnovo fino al 2028): ai bilanci, dunque, ecco aggiungersi 8 milioni di sterline l’anno per lo stadio, che a sua volta – come spiegato nel nostro focus – frutta tra i 110 e i 130 milioni di sterline ogni stagione.
In casa Milan, invece, gli sponsor sono gli stessi, ma le cifre sono ben diverse: la sponsorizzazione appena siglata con Puma (diventerà ufficiale da giugno 2018 e durerà fino al 2023) garantirà una cifra vicina ai 75 milioni di euro totali (15 milioni a stagione): somma inferiore rispetto ai 19 attualmente percepiti da Adidas, ma potenzialmente raggiungibile grazie alla vendita delle maglie e alle prestazioni sportive. Il contratto con Emirates, invece, rinnovato a dicembre 2014 (e esteso fino a giugno 2020) garantisce circa 100 milioni di euro in 5 anni, ovvero 20 milioni all’anno. Facendo un rapido calcolo, dunque, l’Arsenal ricava 78 milioni di sterline (quasi 90 milioni di euro) a stagione da Emirates (maglie + naming rights) e Puma, mentre i rossoneri si fermano a 35 milioni di euro, al di sotto della metà dei Gunners, che – in aggiunta - possono godere anche delle ingenti cifre provenienti dallo stadio di proprietà, altro tema caldo in casa Milan.
Il bilancio dell’Arsenal si rivela essere, anno dopo anno, un successo, grazie a strategie geniali e intuizioni che fruttano ogni anno centinaia di milioni di euro. Nel primo semestre dell’esercizio 2017/2018, infatti, i Gunners possono godere di ricavi per 182 milioni di sterline (circa 205 milioni di euro), in cui risultano fondamentali le plusvalenze dei calciatori ceduti la scorsa estate (Chamberlain, Szcezsny, Gibbs e Gabriel, per un totale di 58,4 milioni di sterline, ovvero intorno ai 65 milioni di euro). Non rientrano nei ricavi, invece, le importanti cessioni di gennaio quali Sanchez e Giroud. Altra mancanza, altrettanto significativa, sono i soldi provenienti dalla Champions League, a cui l’Arsenal è sempre stato abituato negli ultimi anni. Fondamentali, in questo senso, sono i guadagni dall’Emirates Stadium e del settore immobiliare ad Highbury.
In casa rossonera, il termine di confronto può essere lo stesso: lo scorso 27 febbraio, infatti, il Milan ha reso noto il dato del primo semestre dell’esercizio 2017/2018, in cui si sottolineano ricavi per 106 milioni di euro, provenienti soprattutto dai diritti tv dell’Europa League, dalle plusvalenze del mercato estivo e da un contenimento dei costi complessivi. A ciò va aggiunto il debito societario di 165 milioni di euro, di cui si è fatto carico – in esclusiva – Merrill Lynch. Un confronto interessante e significativo, che può aiutare a capire le strategie del calcio inglese e il gap che oggigiorno intercorre tra Serie A e League.
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