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Milan, “Stop alla vendita di San Siro”: l’appello di 200 docenti universitari

Milan, 'Stop alla vendita di San Siro': l'appello di 200 docenti universitari
Secondo Calcio e Finanza, 200 docenti universitari avrebbero firmato una lettera per fermare la vendita di San Siro, stadio del Milan
Redazione PM

La vendita di San Siro a Milan e Inter da parte del comune di Milano ha subito forti rallentamenti. Tutto è dovuto all'indagine sull'urbanistica iniziata sul comune della città. La volontà del sindaco Sala è sempre stata quella di vendere lo stadio e le zone limitrofe ai due club. Alcuni impedimenti, però, stanno ostacolando tale vendita sempre di più. A ciò si aggiungono le frange di contrari alla vendita di San Siro e al conseguente abbattimento di gran parte dello stadio. Come riporta Calcio e Finanza, ieri è stata inviata al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale di Milano una lettera in cui 200 docenti universitari si oppongono alla vendita. Di seguito, si riportano alcuni dei contenuti della lettera.

200 docenti universitari contro la vendita di San Siro

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La lettera si intitola «un appello per una svolta urbanistica a Milano e in Italia». Essa è stata firmata da più di «200 docenti universitari di tutta Italia, tra cui urbanisti, architetti, giuristi, sociologi, antropologi, filosofi». È stato chiesto che vengano «fermate e ridiscusse le operazioni immobiliari sotto inchiesta a Milano, in primis San Siro». In più, si legge: «la nuova legge urbanistica non sia una Salva-Milano bis, ma un potenziamento delle norme a favore della città pubblica e del governo democratico e trasparente delle trasformazioni».


Inoltre, i firmatari invitano «i membri delle istituzioni pubbliche e dei partiti a prendere atto che, al di là dalle singole responsabilità penali e civili che saranno accertate nel corso dei processi, le indagini giudiziarie sull’urbanistica milanese hanno messo in luce un sistema di governo della città opaco e non democratico, profondamente ingiusto sul piano della redistribuzione delle risorse e dannoso per lo sviluppo economico italiano».

A loro parere,  "bisogna proporre nuove forme di pianificazione. Devono essere in grado di far fronte agli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, di tutelare l’interesse degli abitanti e la qualità ambientale e sociale dei luoghi dall’eccessiva rapacità degli investitori».

Venendo a ciò che interessa il Milan, i firmatari propongono di fermare e ridiscutere la vendita del Giuseppe Meazza.