Fra torti e prestazioni
—Torniamo, però, al campo, perché della dirigenza e del miscuglio di colpe ne parleremo sicuramente in futuro. Sul rettangolo di gioco abbiamo visto due Milan diversi: prima quello di Fonseca e poi quello di Conceicao. Il primo, quello dell'attuale tecnico del Lione, è stato certamente influenzato da dinamiche di spogliatoio alquanto burrascose. Un feeling mai creato, un gruppo mal costruito e una serie di scelte pubbliche che hanno condotto Fonseca sotto una cattiva luce. Arriva poi Conceicao, allenatore dal carattere duro che mette subito in chiaro alcune cose, soprattutto ai giocatori. La vittoria della Supercoppa apparì come il migliore degli inizi, ma qualcosa, subito dopo, comincia a non funzionare.
Tra prestazioni non proprio esaltanti e alcuni risultati decisamente deludenti, Conceicao prova a creare una formazione molto offensiva, chiamando in causa una qualità della rosa molto chiara ma facilmente limitabile. Ciò che salta all'occhio, in questa avventura di Conceicao, è che il Milan non ha un vero e proprio leader. Quei giocatori che dovrebbero guidare i propri compagni durante i momenti negativi sembrano tirarsi indietro e in alcuni casi (ripensiamo a Theo Hernandez contro il Feyenoord) peggiorano la situazione.
Tuttavia, e non lo diciamo per trovare giustificazioni o pretesti, la sfortuna vuole che sul Milan si abbattano anche decisioni arbitrali alquanto discutibili. Quella di ieri, e ci riferiamo soprattutto al secondo gol del Bologna, è l'ennesima svista che affossa i rossoneri. La squadra, difatti, fatica a risalire la china nei momenti complicati e viene abbattuta completamente quando si ritrova a dover reagire a un episodio sfavorevole. Questa è solo una delle tante conseguenze di una situazione confusa, improvvisata e nociva, poiché, in questo momento, al Milan manca tutto: dirigenza, squadra e motivazioni. LEGGI ANCHE: Milan, cos'è successo a Fofana? Con Conceicao non sembra più lui>>>
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