E ottavo posto fu. L'ultima giornata della Serie A 24/25 è stata vissuta, dai tifosi rossoneri, con un'unica speranza: evitare i 32esimi di Coppa Italia contro il Bari. Niente da fare, poiché la Fiorentina passa a Udine e relega il Milan a un, lo ripetiamo ancora, fallimentare ottavo posto. Un campionato entusiasmante, culminato con una lotta scudetto che vede il suo apice negli 82 punti che hanno donato al Napoli il quarto tricolore della sua storia. Lo sottolineiamo, la quota scudetto è stata fissata a 82 punti e il Milan, che lo scorso anno ne ha fatti 75, non ha MAI partecipato a una lotta serrata ma fattibile, includiamo anche la corsa al terzo e quarto posto, per la qualità a disposizione.


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Milan, sei spalle al muro. Guida pratica: come fermare l’esodo dei tuoi giocatori
Milan, trattieni i tuoi giocatori migliori. Tare e le due strade da percorrere
—Adesso si ricomincia, iniziando un nuovo corso con l'ufficialità di Igli Tare. Il dirigente albanese è diventato il nuovo direttore sportivo dei rossoneri e con lui, e solo con lui, il Milan deve ripartire. Tare dovrà avere massima libertà di manovra, dovrà ragionare attraverso le sue idee e dare ascolto al proprio istinto, lo stesso intuito di un uomo che lavora nel calcio da tanti anni. Con buona pace di Furlani, perché i conti sono importanti ma riflettere a specchio col bilancio hanno portato il Milan all'esclusione dalla ricca Champions League.
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Le strade da percorrere sono solo due, dato che il club rossonero si ritrova spalle al muro. Il primo è quello più logico, poiché, dopo aver miseramente fallito col "gruppo di lavoro", il Milan deve ragionare attraverso una sola testa. Basta con le decisioni collegiali, basta con un attendismo che porta solo a gravi ritardi: il Diavolo deve iniziare a superare la concorrenza. Che si tratti di un giocatore o di un allenatore, se il piano A è fissato bisognerà fare di tutto per raggiungerlo.
Il secondo percorso, invece, è quello a basso termine. Il rischio, difatti, è quello di un esodo importante, con tanti giocatori, i migliori, che sembrano essere con un piede fuori Milanello. Se la società di RedBird&Elliott vorrà evitare nuove proteste, dovrà fare di tutto per trattenerli. Non parliamo di Reijnders, che appare ormai già vicino alla corte di Guardiola, ma dei tanto discussi Leao, Theo Hernandez, Maignan e Pulisic. Per tornare grandi bisogna ripartire da loro, non solo perché rappresentano le tue pedine migliori, ma perché hanno bisogno di essere valorizzati nuovamente. Non erano scarsi prima e non lo sono certamente ora, perché privarsene e dare vita a una rivoluzione totale che potrebbe anche non portare vantaggi?
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