Le strade da percorrere sono solo due, dato che il club rossonero si ritrova spalle al muro. Il primo è quello più logico, poiché, dopo aver miseramente fallito col "gruppo di lavoro", il Milan deve ragionare attraverso una sola testa. Basta con le decisioni collegiali, basta con un attendismo che porta solo a gravi ritardi: il Diavolo deve iniziare a superare la concorrenza. Che si tratti di un giocatore o di un allenatore, se il piano A è fissato bisognerà fare di tutto per raggiungerlo.
Il secondo percorso, invece, è quello a basso termine. Il rischio, difatti, è quello di un esodo importante, con tanti giocatori, i migliori, che sembrano essere con un piede fuori Milanello. Se la società di RedBird&Elliott vorrà evitare nuove proteste, dovrà fare di tutto per trattenerli. Non parliamo di Reijnders, che appare ormai già vicino alla corte di Guardiola, ma dei tanto discussi Leao, Theo Hernandez, Maignan e Pulisic. Per tornare grandi bisogna ripartire da loro, non solo perché rappresentano le tue pedine migliori, ma perché hanno bisogno di essere valorizzati nuovamente. Non erano scarsi prima e non lo sono certamente ora, perché privarsene e dare vita a una rivoluzione totale che potrebbe anche non portare vantaggi?
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