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NAPOLI-MILAN

Milan, l’essenzialità di Krunic: la carta vincente di Stefano Pioli

Rade Krunic Napoli Milan
La vittoria del Milan ai danni del Napoli certifica ancora una volta la bontà delle scelte di Pioli, con Krunic pedina essenziale

Francesco Aliperta

Il Milan visto allo Stadio Maradona è apparsa come una squadra unita, corta nei reparti, altruista nei raddoppi, attenta in fase difensiva e cinica in quella offensiva. Non è di certo la prima volta che vediamo i rossoneri messi così bene in campo, Stefano Pioli ci ha meravigliati in questa maniera anche durante il rush finale della scorsa stagione culminato poi con la vittoria dello scudetto. La mossa di creare un falso centrocampo a due, con il binomio Tonali-Bennacer, e aggiungere un jolly come Krunic ha sbaragliato le carte tattiche poste sul tavolo di Napoli. Tuttavia, vi è un giocatore che non brilla per giocate o skill di vario genere, ma che risulta sempre fondamentale.

Stiamo parlando, ovviamente, di Rade Krunic, ombra di un'opera tattica magistrale, capace di ostruire le tante versate offensive azzurre e annullare uno straripante Kvaratskhelia. Il lavoro del bosniaco è stato superlativo, poiché sulla carta avrebbe dovuto agire alle spalle di Olivier Giroud. Eppure, Rade si è ritrovato spesso a sostenere i due centrali di difesa e supportare Calabria e Theo Hernandez, altri protagonisti di un'eccellente partita.

Il saggio centrocampo a 3

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Sulla trequarti, infatti, a salire era Bennacer, impegnato nel soffocare qualsiasi spunto della regia sempre attenta di Lobotka. Pioli ha effettuato una mossa attaa scardinare le previsioni del collega Spalletti, creando una specie di 4-3-3 aperto ai contropiedi poi risultati decisivi. Una valutazione tattica già vista, contro la Juventus, e che portò il Milan a giocare una delle migliori partite stagionali. Anche in quel caso il protagonista fu Brahim Diaz, posto in una posizione da ala destra ibrida, così come Krunic che poco si interessava delle sortite offensive, ben più attento alle coperture.

Si riconferma, dunque, la teoria che vedrebbe il Milan giocare meglio con un centrocampo a 3, andando anche a sopperire alla mancanza di un giocatore dalla valenza doppia come lo era Franck Kessié. In ogni caso a risultare essenziale è proprio la presenza di Krunic, equilibratore di una zona di campo strategicamente cardine e autore di prove di grandissima sostanza. Pioli ripete ad ogni occasione quanto sia effettivamente vitale possedere in rosa un giocatore come il bosniaco, duttile e versatile, che permette alla squadra di variare in diversi schemi tecnico-tattici. Milan, Brahim Diaz sugli scudi: ora il riscatto diventa una necessità

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