Prima Paratici, poi Tare e ora D'Amico. Chi pensava che la caccia al nuovo direttore sportivo del Milan fosse vicina alla sua conclusione si sbagliava di grosso. Eccome, perché la fumata bianca è ben lontana dall'essere intravista. Il club rossonero ragiona, tanto, e riflette non solo sul profilo che sarà scelto, ma anche su un vasto programma che comprende altri fattori. Non da meno, ad esempio, quello che sarà il nuovo allenatore del Diavolo, dato che Conceicao pare ormai destinato all'esonero.


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Milan, il tempo stringe. Dal DS all’allenatore: Furlani non può sbagliare più
Milan, Furlani davanti a due scelte: ma non può sbagliarne neanche una. Dal DS a...
—Ciò che abbiamo capito, durante queste settimane di indiscrezioni, affari conclusi e poi saltati, è il fatto che la decisione starà a Giorgio Furlani. Con buona pace di Ibrahimovic e Moncada, l'amministratore delegato rossonero avrà una duplice responsabilità, poiché dovrà mettere parole e firma sia sul DS che sull'allenatore. Sia chiaro, il direttore sportivo non sarà solo un elemento di contorno, ma è ormai palese che il Milan stia cercando un profilo che possa adattarsi al famoso "gruppo di lavoro" senza troppi patemi individuali.
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Ed eccoci, dunque, a un doppio bivio dal rischio altissimo. Già, perché sbagliare anche solo una di queste due scelte potrà influenzare negativamente la prossima stagione. Dopo un'annata piena di bassi e pochi alti, il Milan non può più permettersi di toppare, soprattutto se non vi saranno gli importanti introiti della Champions League.
Che sarà Tare, D'Amico o Sartori, insomma, poco importa. Ciò che conta davvero è la programmazione del club, della sua coerenza e della sua efficacia. Inoltre, dopo le scommesse di Fonseca e Conceicao, il Milan sembra indirizzato verso un tecnico con maggiore esperienza, un profilo che possa fungere da parafulmine qualora le cose non andassero nel verso giusto. Chi, allora, meglio di Massimiliano Allegri? L'ex allenatore bianconero sembra essere il preferito di Furlani e il suo arrivo, magari assieme a quello di Tare, potrebbe mandare un messaggio chiaro: niente più stile americano, al Milan hanno capito che servono persone che conoscano bene il nostro campionato.
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