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Milan, i tormentoni del 2020: Rangnick e la lite con Maldini

Ralf Rangnick (credits: GETTY Images)

ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Impossibile dimenticare il tormentone Ralf Rangnick e quella spaccatura interna nella società del Milan

Renato Panno

Milan, il tormentone Rangnick e la lite con Maldini

Nella mente dei tifosi del Milan il 2020, nonostante sia stato un anno funesto per ovvi motivi, rimarrà un periodo estremamente positivo per i risultati in campo. I rossoneri, dal post-lockdown in poi, hanno fatto la voce grossa riappropriandosi di un posto che gli spetta di diritto: l'elite del calcio italiano. Ma c'è dell'altro: oltre alle questioni di campo ce c'è stata una che ha monopolizzato l'attenzione di tutti per diversi punti di vista: ovvero il mancato approdo di Ralf Rangnick al Milan. Un vero e proprio tormentone che parte da lontano; ripercorriamo così questa telenovela di mercato.

All'inizio della stagione 2019/2020, il Milan opta per una scelta forte: ingaggiare Marco Giampaolo come allenatore per le sue idee rivoluzionarie. L'avventura dell'ex Sampdoria è iniziata male e finita peggio, con l'esonero alla settima giornata nonostante la vittoria contro il Genoa. La dirigenza decide di puntare su Stefano Pioli, un allenatore-traghettatore che sembrò più un ripiego che una vera e propria scelta convinta. Per questo motivo all'interno della società, in particolare nella mente di Ivan Gazidis, nasce l'idea di dare inizio ad un nuovo ciclo da affidare ad una figura affascinante e anti convenzionale: Ralf Rangnick.

Il tedesco ha avuto il merito di risollevare il Lipsia dalle serie minori fino ad arrivare alle semifinali di Champions League. Il tutto grazie ad un'idea chiara e precisa: scovare talenti in giro per l'Europa da crescere in casa per farli diventare potenziali campioni. Musica per le orecchie di Gazidis ed Elliott, che hanno portato esattamente questo diktat in rossonero. La dirigenza, però, non era formata soltanto da Ivan Gazidis. Paolo Maldini e Zvonimir Boban, infatti, hanno iniziato da qui una vera e propria battaglia contro l'amministratore delegato a colpi di dichiarazioni.

Il croato, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, parlava già di accordo raggiunto con Rangnick manifestando il suo totale disaccordo. Un'uscita che gli valse il licenziamento per giusta causa. All'amico Boban, fecero eco le dichiarazioni di Maldini, che accusò Rangnick di invadere gli spazi altrui senza permesso e di imparare il rispetto prima dell'italiano. Parole forti, che causarono una vera e propria spaccatura tra l'area tecnica e quella manageriale.

Nel frattempo, però, c'era chi lavorava in silenzio e, senza volerlo, ha sistemato la situazione per buona pace di tutti. Il 'traghettatore' Stefano Pioli ha iniziato una marcia trionfale che ha fatto ricredere sia Gazidis che Rangnick. L'uomo giusto per portare in alto la squadra il Milan ce l'aveva già in casa. L'attuale allenatore del Milan si guadagnò così un rinnovo di contratto più che meritato. Una scelta che, considerando i risultati della stagione corrente, è stata la salvezza del club. Un tormentone durato mesi e terminato con un nulla di fatto: Rangnick, pur non essendo mai sbarcato in Italia, ha comunque aiutato il Milan a risollevarsi dopo anni di buio totale.

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