A rileggere le notizie che circolano da qualche giorno a questa parte scopriamo che il futuro di tanti allenatori è ancora in dubbio. Conte, Italiano, Allegri, Gasperini, Inzaghi e se ne avete altri potete anche aggiungerli perché si preannuncia un effetto domino incredibile. La Serie A si prepara a un grande cambiamento, poiché le panchine gireranno e qualcuno, inevitabilmente, rimarrà deluso. Ora, andando per le consuete percentuali, la squadra che rischia di rimanere fuori dal giro di allenatori importanti è proprio il Milan.


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Milan, e se l’attesa del tecnico fosse il tecnico stesso? Uno scenario che si ripete
Panchina Milan, vittime dell'attesa. Un ritardo che rischia di rovinare già la stagione
—Già, purtroppo sembra ripetere uno scenario già visto e ampiamente criticato. La società rossonera ha finalmente trovato il suo nuovo direttore sportivo, Igli Tare, ma la programmazione rischia di partire in grande ritardo. Difatti, in molti si chiedono come mai il dirigente albanese, libero da quasi due anni, non sia stato ingaggiato già qualche mese fa, dato che i problemi dirigenziali del Diavolo non sono certamente comparsi negli ultimi giorni.
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E allora, con l'annuncio ufficiale, inizia il classico casting per colui che sarà il successore di Sergio Conceicao. Sono tanti i profili accostati ma tutti sono accomunati dallo stesso concetto: bisogna attendere. Esatto, così come accaduto durante lo scorso anno, anche stavolta il Milan si approccia in maniera discreta, rimane in stand-by, osserva dalla finestra. Non affretta, non accelera, non prova a battere la concorrenza. Che sia Conte, Allegri o Italiano la situazione non cambia. La dirigenza rossonera non sembra aver imparato dai propri errori e dunque, invece di imporsi con offerte importanti per un allenatore importante, rimane all'angolo e si accontenta di ciò che rimane.
Ancora una volta, riassumendo, il Milan non fa il Milan. Servirebbe uno come Conte, per lanciare un messaggio chiaro ai tifosi e al campionato. Servirebbe uno come Allegri, per dare più equilibrio a un ambiente sfiduciato e con bassa autostima. Ma servirebbe anche uno come Italiano, lo stesso tecnico che ti ha battuto in finale di Coppa Italia e che potresti ingaggiare con un'offerta importante. O magari servirebbe uno come Gasperini, in cerca di un progetto più ambizioso. Nulla di tutto questo, a meno di colpi di scena, perché il Milan è vittima dell'attendismo, è vittima del proprio bilancio e di una proprietà che non ha ancora ben capito come rimanere e tornare in alto.
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