Si sa, le motivazioni nel calcio, ma in generale nella vita, fanno sempre la differenza. Ai giocatori rossoneri serviva una scossa, un impeto in grado di donargli quello stimolo in più. Fonseca non ha saputo rimediare ai suoi errori, non ha costruito un ponte che potesse condurlo verso quei giocatori ai quali certamente non saranno piaciute alcune uscite. Difatti, Conceicao, subito dopo la sfida contro la Juventus, ha riportato una frase emblematica che avrebbe potuto fare al caso di Fonseca: "Ciò che succede nello spogliatoio, rimane nello spogliatoio". I giocatori, infine, sono pur sempre delle persone. Queste hanno bisogno di relazioni, di una confidenza che possa riguardare anche le questioni extra-campo.
Ciò che categorizza gli allenatori riguarda proprio questo aspetto. Non si tratta solo di tattica, di moduli, di ruoli e risultati, ma anche di gestione: quella delle risorse umane, dello spogliatoio, della sensibilità di ciascun giocatore. A tal proposito basterebbe risentire le ultime frasi di Cristiano Ronaldo riguardanti Carlo Ancelotti: il campione portoghese non cita alcun risultato con lui ottenuto, ma parla solo ed esclusivamente del rapporto che aveva l'ex tecnico del Milan con ogni giocatore.
I pregi di Conceicao
—Nella vostra vita avrete sicuramente avuto quel professore che ricorderete per sempre. Quella persona che, per modo di rapportarsi a voi, porterete sempre nel cuore. Riportando le frasi di Stefano Ferré, durante un episodio di Cronache di Spogliatoio, "colui che ti stimola a dare il meglio di te anche inconsapevolmente".
Ora, prendete quest'ultima frase e riguardatevi le prestazioni di Theo Hernandez e Rafael Leao nella finale contro l'Inter di qualche giorno fa. Corsa, voglia, intraprendenza e tenacia. Adesso, diteci quante volte, negli ultimi mesi, avete visto gli stessi giocatori avere questo approccio. Le differenze sono chiare, questo perché Sergio Conceicao ha saputo toccare le corde giuste. Ha puntato tutto sulla motivazione, ha messo in secondo piano le questioni tattiche, comunque ben risaltate, e ha voluto puntare tutto sul rimescolamento del gruppo.
I festeggiamenti a fine gara ne sono la più bella rappresentazione. Abbracci e complimenti per tutti e nessuno, ma proprio nessuno, col muso lungo. Theo rinato, Leao ad altissimi livelli (cambia la gara nel giro di 30 minuti), Tomori nuovamente titolare e una squadra che lotta, corre e si sacrifica come non vedevamo da tanto tempo. Conceicao ha fatto centro, con quel carattere da generale che sembra aver influenzato anche il resto del gruppo. La strada è lunga, e anche piena di ostacoli, ma alzare un trofeo nel giro di due partite permette all'allenatore portoghese di farsi riconoscere dalla squadra. Hanno seguito le sue indicazioni e hanno battuto le due rivali storiche: non poteva esserci un inizio migliore di questo.
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