Caro Mario,
archivio2016
LETTERA A BALOTELLI: Mario, perché sei triste?
Questa lettera è per te, scritta a cuore aperto. Pura istintività, com’è anche il tuo modo di vivere e giocare. Spero la leggerai e, qualora ne avessi voglia, sarebbe davvero bello ricevere una tua risposta. Martedì sera sei tornato a giocare titolare a 121 giorni di distanza da quel lontano 27 settembre 2015, quando scendesti in campo a Marassi contro il Genoa, in campionato.
Quattro mesi di inattività, per una fastidiosa pubalgia, sono tanti. Chi ha giocato, chi l’ha avuta, sa quanto ti possa condizionare, frenare. Anche mentalmente. Abbiamo raccontato il tuo percorso di recupero, abbiamo sottolineato l’impegno e la tenacia che ci hai messo. Ti abbiamo visto faticare anche durante le feste natalizie. E abbiamo apprezzato il tuo sacrificio, davvero.
Ebbene, i tifosi – da quando sei tornato da Liverpool - ti hanno ri-accolto e aspettato con pazienza. Qualcuno con rinnovato entusiasmo, qualcuno con scetticismo. Ma tutti ti stavano aspettando, speranzosi. E tutti ci aspettavamo un Balotelli felice, determinato, in pace. Finalmente dopo 4 mesi di stop, torni in campo. Il peggio è alle spalle, è un nuovo inizio. I cattivi pensieri sono lontani. C’è solo il campo, il pallone. Ci sono i compagni e le partite.
Ma, per 25 minuti, ad Empoli, hai “litigato”, con tutti: con il pallone, con te stesso, con gli avversari. E questo ci ha un po’ sorpreso. Qualche giorno più tardi, stessa cosa, nonostante una maglia da titolare: sguardo basso, cupo, torvo. Quasi come se fossi infastidito, annoiato, sfiduciato. Perché?
Tutti ti rivolevano in campo, tutti con grande speranza e trepidazione. Erano (e sono) tutti dalla tua parte, sei l’idolo di molti, giovani e meno giovani, torni in campo dopo tanto tempo e…hai il muso lungo? Che succede? Non capiamo. A meno che, non ci sia qualcosa che noi non sappiamo…
Le annate non sempre vanno come si vorrebbe. Questa, finora, è stata sfigata, diciamocelo. Se il problema è uno stop, un tiro o un passaggio sbagliato, dimenticatelo. Ci sta, non giochi da tanto e non sei al massimo della forma. Provaci lo stesso, ti toglierai un po’ di ruggine dalle spalle e tornerai più forte di prima. Ma devi volerlo. Perché lo vuoi, vero?
Quando segni, non esulti. E’ un peccato, te l’hanno detto tutti e continuano a dirtelo. Ma non è questo il problema: è una tua scelta, la rispettiamo. Ma non mostrare sempre la faccia peggiore di te quando sei in campo. Sei la stessa persona che quando è in panchina esulta per un gol di un compagno, sei la stessa persona che ride e scherza, come un ragazzo qualsiasi, in allenamento o in giro per strada. Hai potenzialità tecniche e fisiche fuori dal comune, ma quando giochi sembri sempre triste, incazzato. Sembri, appunto. Non abbiamo la presunzione di sapere se questo è il tuo reale stato d’animo.
Sorridi Mario. E comincia a divertirti. Deve essere questo il tuo obiettivo: divertirti. E vedrai che divertendoti, divertirai. E piacerai anche di più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA