Dopo le parole in esclusiva ai nostri microfoni (), Francesco Rotondi, avvocato dell'ex Ad del Milan, Marco Fassone, è tornato a parlare ai microfoni dei colleghi di Telelombardia.
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Legale Fassone: “Ecco i dettagli del ricorso. Sul prolungamento di contratto…”
Ecco le sue parole: “La posizione di Fassone è quella di un lavoratore licenziato per una presunta giusta causa ed è in ricorso al Tribunale del lavoro per accertare la sua verità e l’inesistenza delle motivazioni poste a fondamento del licenziamento”.
IL RICORSO - “Ci sono più di 300 pagine di cause e di atti, di documenti depositati e in questo momento non si sta discutendo nel merito del licenziamento ma di un fatto antecedente. Mi spiego meglio: ci siamo rivolti al Tribunale con il rito Fornero che prende in considerazione prima di tutto che il licenziamento venga annullato, ancor prima che giustificato. Si fonda con idee e fatti. Noi riteniamo che questo sia un licenziamento causato dall’insediamento di un nuovo management. Questo avviene abitualmente ma senza dover ricorrere a contenziosi: al dottor Fassone invece è stata offerta una cifra tra i 2 e i 2,5 milioni la notte prima del cambio di proprietà e al suo rifiuto di dare le dimissioni è scattato l’iter del licenziamento e delle cause. C’è qualcosa di strano: non offri questi soldi quando sai che ci sono queste cause”.
LA DIFFAMAZIONE - “La diffamazione è ciò che è accaduto dal 21 Luglio al 14 Agosto. Ancor prima di arrivare al licenziamento per giusta causa che è avvenuto il 14 Agosto e non il 21 Luglio quando gli è stata revocata la carica di Amministratore Delegato, i giornali già parlavano di licenziamento per giusta causa. Sulla stampa sono balzati fuori argomenti e numeri che saranno oggetto di risarcimento danni. Può succedere che in un rapporto di lavoro si creino delle fatture per gli obiettivi aziendali tra l’azionista e la dirigenza ma fa parte dell’etica della professionalità dell’uomo”.
SUL PROLUNGAMENTO DI CONTRATTO - "Assolutamente da smentire. Al massimo quello che si sta palpitando, ma non è questa la contestazione, è la carenza dei poteri in capo al presidente cinese di poter gestire alcuni contratti ma di certo non l’auto redazione del contratto che in qualsiasi caso, se fosse cosi, sarebbe assolutamente nullo”.
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