Dopo il pareggio con il Frosinone, l'allenatore rossonero Gennaro Gattuso ha parlato ai microfoni di Milan TV: "Abbiamo il dovere di rimanere attaccati alla zona Champions. La nostra bravura dev'essere arrivare in primavera ed essere attaccati a questo carro, per giocarci qualcosa di importante. Sia da giocatore, ma anche nella breve esperienza da allenatore, ogni tanto mi è capitato di sentire 'ma tanto'. Noi dobbiamo mettere da parte questo, così come tutto quello che abbiamo vinto in passato. In questo momento, però, dobbiamo parlare del presente. Il nostro Scudetto è arrivare in Champions League e noi abbiamo il dovere di mettere qualcosa in più tutti noi. Il rammarico più grande è non aver sfruttato quelle occasioni di allungare sul quinto posto e siamo un po' caduti in depressione per quello. Abbiamo squadre forti come Roma e Lazio con cui ci stiamo giocando questa qualificazione. Fra due giorni abbiamo una battaglia contro la SPAL. Affronteremo una squadra scorbutica e non ci resta che vincere, perchè abbiamo regalato abbastanza. C'è troppo pessimismo. È vero che potevamo fare il salto di qualità e non l'abbiamo fatto, ma respiro un'aria che non mi piace. Anche quando eravamo quarti sembrava quasi scontato e che questa squadra dovesse fare di più in termini di posizioni in classifica. Bisogna anche capire che tipo di giocatori abbiamo e che tipo di giocatori ci sono venuti a mancare. Sembra che tutto quello che si fa è tutto da buttare via e penso che anche i giocatori percepiscano tutto questo"
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Gattuso a Milan TV: “Troppo pessimismo, la squadra ne risente”
Sugli episodi di razzismo: "Mi trovo d'accordo con quanto detto da Ancelotti. Non siamo l'unica nazione sicuramente in cui succedono queste cose. In Inghilterra però c'è grande civiltà sportiva. Penso sia arrivato il momento che il calcio si fermi e che le partite si interrompano. Dobbiamo migliorare, siamo alle porte del 2019. Tante volte sono quattro imbecilli che iniziano a fare i versi. Non penso che l'Italia sia un paese razzista, ci sono tantissimi immigrati. È giusto che le partite si sospendano".
Sulle difficoltà della squadra: "Nei momenti di emergenza questa è una squadra che ha sorpreso tutti, che giocava con entusiasmo e senza nulla da perdere. Abbiamo avuto due partite contro Torino e Bologna in cui avremmo potuto staccare le rivali. Quando capiamo che i punti in palio sono più pesanti del solito, vengono fuori tutte le magagne di questa squadra e subentra la paura. Sono rimasto molto deluso dal primo tempo della mia squadra, sembrava che il Frosinone si giocasse il quarto posto. Fino a tre giorni fa eravamo ad un punto dal nostro Scudetto, che è la nostra Champions League. Nel secondo tempo abbiamo creato e abbiamo avuto le nostre palle gol. Siamo una squadra che vuole fare, ma fa sempre le cose a metà. Abbiamo sistemato la difesa, ora il problema è l'attacco. Ogni volta che tiriamo diamo la sensazione di non fare male agli avversari. Già è difficile giocare con la maglia del Milan, dobbiamo sbagliare senza deprimerci. L'errore ci sta, l'importante è rimediare e mettersi a disposizione di tutti. Sulle mezze palle ultimamente vincono sempre gli avversari, penso sia una questione di testa. Penso che la paura abbia preso il sopravvento".
Sulle reazioni che mancano: "Abbiamo modificato modo di giocare, avevamo codificato 7-8 giocate che facevamo a memoria. Quando vai a cambiare può venire in testa qualche casino. Penso che anche la tipologia dei giocatori incida. Qualcosa è cambiato e qualche meccanismo facciamo fatica a metterlo in pratica. Nelle ultime partite abbiamo giocato con due attaccanti e se non ci muoviamo bene siamo prevedibili. Tranne a Bologna le occasioni le abbiamo create, ma non siamo stati bravi a sfruttarle. Mi lascia perplesso la voglia, sembra una squadra svogliata e devo dire che questo mi dà molto fastidio. Non è il peggior momento da quando allena questa squadra, a Verona e a Benevento sembravamo una banda musicale, senza voler offendere la banda musicale che ha dei grandissimi interpreti. Era dal 1986 che il Milan non segnava consecutivamente da 4 gare di campionato. Ci vuole poco per rivedere entusiasmo e vedere una squadra rinata".
Sulla classifica: "C'è troppo pessimismo. È vero che potevamo fare il salto di qualità e non l'abbiamo fatto, ma respiro un'aria che non mi piace. Anche quando eravamo quarti sembrava quasi scontato e che questa squadra dovesse fare di più in termini di posizioni in classifica. Bisogna anche capire che tipo di giocatori abbiamo e che tipo di giocatori ci sono venuti a mancare. Sembra che tutto quello che si fa è tutto da buttare via e penso che anche i giocatori percepiscano tutto questo".
Su Higuain: "Ha sbagliato un rigore importante, ha preso un cartellino rosso e tutto il mondo ha parlato lui. Quando succedono queste cose qualcosa ti rimane. Io voglio rivedere il Pipita del secondo tempo, non è stato bravo a livello di conclusioni, ma voglio vedere quel tipo di giocatore. Non è solo lui, ci stanno venendo a mancare i giocatori tecnici. Suso sta giocando convivendo con dei piccoli problemini, Calhanoglu sta giocando al di sotto delle sue possibilità. Non stiamo sviluppando in maniera brillantissima, dando qualità".
Sugli alibi per le assenze: "Diventa difficile perchè poi hai sistematicamente avversari con 10 giocatori dietro la linea della palla. Abbiamo fatto molto meglio ieri che a Bologna. Stiamo cambiando, ieri ci siamo messi a tre, perchè facevamo fatica a prendere i loro quinti. Non è una scusante, ma un po' di brillantezza le assenze ce l'hanno fatta perdere. Son sicuro che se questa squadra troverà la via del gol, ci sbloccheremo esattamente come abbiamo fatto in difesa dopo la prima partita senza subire gol. Credo manchi poco".
Sul 2018 del Milan: "Guardiamo le cose a più ampio raggio. Dal 2013-2014 il Milan arriva a marzo sempre fuori dai giochi. Noi abbiamo il dovere di restare aggrappati alla zona Champions in modo tale che in primavera possiamo giocarci qualcosa di importante. Sia da calciatore che da allenatore ne ho sentite tante, ma ora dobbiamo mettere da parte tutto, così come la storia ed il passato, dobbiamo pensare al presente. Il nostro Scudetto è arrivare in Champions League e noi abbiamo il dovere di mettere qualcosa in più tutti noi. Il rammarico più grande è non aver sfruttato quelle occasioni di allungare sul quinto posto e siamo un po' caduti in depressione per quello. Abbiamo squadre forti come Roma e Lazio con cui ci stiamo giocando questa qualificazione. Fra due giorni abbiamo una battaglia contro la SPAL. Affronteremo una squadra scorbutica e non ci resta che vincere, perchè abbiamo regalato abbastanza".
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