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Gattuso esalta Pirlo: “Bastava dargli il pallone, poi faceva tutto lui”

Andrea Pirlo, qui con la maglia del Milan nella stagione 2003-2004 (credits: GETTY Images)

L'allenatore della Primavera del Milan, Gennaro Gattuso, celebra così all'addio al calcio del suo ex compagno di squadra Andrea Pirlo

Edoardo Lavezzari

Ieri Andrea Pirloha annunciato il suo addio ufficiale al calcio. Il centrocampista ha vinto tutto con la maglia del Milan e il suo compagno di mille battaglie in rossonero, Gennaro Gattuso, ha commentato così la notizia ai microfoni di "Tutti Convocati" trasmissione in onda su Radio 24. Queste le sue parole: "Io come Pirlo? Non diciamo stronzate, non mischiamo la nutella con il cioccolato fino. Quando vedevo Pirlo giocare mi dicevo 'ma io posso fare lo stesso gioco che fa lui? Devo cambiar mestiere'. Ho cominciato a giocare con lui a 15 anni, anche da ragazzino da mezza punta faceva cose incredibili. Tutti hanno parlato solo delle sue qualità tecniche, ma a livello fisico era un'animale, quando faceva le ripetute e i 1000 metri non era secondo a nessuno, per questo è durato così tanto".

Pirlo interdittore: "Era una sua caratteristica, si vedeva. L'altro giorno parlavo con il mio preparatore atletico alla Primavera del Milan che ha lavorato con noi per 12 anni, mi dice sempre che Pirlo a livello di preparazione era incredibile".

Pirlo davanti alla difesa, l'invenzione di Ancelotti: "Era il 2001/02, erano un paio di mesi che il mister lo provava così in allenamento, non è stata una cosa improvvisa. Quando Andrea è stato pronto Ancelotti lo ha messo anche in partita in quel ruolo, non è stata un'intuizione del momento, ma c'è stato tanto lavoro dietro. A lui piaceva giocare corto, ma anche lanciare, basta vedere quanto lo ha fatto con la Juve di Conte, stava la a pennellare e sbagliava poco".

Il carattere: "Tutti dicono che è ombroso, ma non è così. Fatemela passare, con tutto il rispetto alla madre, era un gran figlio di...era uno che prendeva in giro tutti, faceva sempre ridere. Mi prendeva in giro, ma gli ho tirato più cinquine io che Bud Spencer a Terrence Hill".

Il futuro nel calcio: "Potrà fare quello che vuole in questo mondo perchè ha un'intelligenza fuori dal comune e la capacita di stare in qualunque ambiente".

La carriera assieme: "Nazionale compresa abbiamo giocato assieme 17/18 anni. Nei momenti di difficoltà la palla la davo sempre a lui, faceva quello che voleva. Ero sicuro di fianco a lui, io sapevo cosa dovevo fare, poi al resto pensava lui. Ha aiutato molto più lui la mia carriera che il contrario".

Il passaggio alla Juventus: "Nel nostro lavoro quando superi i 30 anni bisogna lavorare tanto nel quotidiano, far fatica ogni giorno. La sua fortuna è stata trovare Antonio Conte, uno che ti fa star male in settimana da quanto ti fa lavorare. A lui serviva una cosa del genere, qualcuno che gli avrebbe messo forza nelle gambe per continuare a stare bene".

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