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Galliani: “Complimenti a Leonardo per gli acquisti di Paqueta e Piatek”

Adriano Galliani, ex dirigente del Milan (credits: acmilan.com)

Adriano Galliani, A.D. del Monza ed ex dirigente del Milan, ha parlato del nuovo Milan ma anche della possibile convivenza con l'Inter nel nuovo 'San Siro'

Daniele Triolo

Adriano Galliani, attuale amministratore delegato del Monza, ma per ben 31 anni dirigente del Milan, ha parlato ai microfoni di 'Radio Anch'Io lo Sport', in onda sulle frequenze di 'RadioRai'. Queste le dichiarazioni di Galliani:

Sul Monza: "Per me è un ritorno a casa. Sono entrato come azionista nel 1975, resto al Monza fino al 1985. Conosco Silvio Berlusconi che mi porta al Milan e diciamo che sono rimasto trent'anni in prestito al Milan per poi rientrare al Monza".

Sulla possibilità di promozione dei brianzoli in Serie B: "Credo che si possa fare attraverso i playoff. Impossibile arrivare primi, ma cercheremo di arrivare più in alto possibile per avere un vantaggio attraverso i playoff".

Su come vive il calcio italiano: "È uno dei settori maggiormente in crescita dell'economia globale, uno dei pochi settori non in crisi in Italia".

Sulle semifinali di Coppa Italia raggiunte da Monza e Milan: "Mi auguro che vincano entrambe. Sono tifosissimo del Milan, prima ero anche amministratore delegato, ora sono solo ultrà".

Sulla possibilità che il Monza, un giorno, arrivi in Serie A: "Il programma è di Berlusconi. Ero presente allo spareggio nel 1979 di Bologna perso contro il Pescara. Nel mio primo anno di Monza vincemmo la Coppa Italia di categoria, spero che succeda anche quest'anno. Pensiamo intanto ad andare in Serie B".

Su Gennaro Gattuso: "Pensavo che con quel carattere non potesse fare l'allenatore. Sono felice di essere stato smentito, tutti i giocatori sono felici di lui. I risultati stanno arrivando, il gioco è un po' calato ma succede. Sono sicuro che il Milan ritroverà la via del gioco. Merito di Gattuso e di questa proprietà che ha riportato il Milan ai milanisti".

Su Lucas Paqueta e Krzysztof Piatek: "Mi piacciono molto. Devo fare i complimenti al mio amico Leonardo che ho voluto fortemente prima come giocatore, poi nell'area tecnica, infine come allenatore, per gli acquisti di Paqueta e Piatek che hanno rinforzato la squadra. Nessuno in Europa si è rinforzato tanto a gennaio".

Ancora su Leonardo: "Ho cominciato ad amarlo quando prendendolo a Parigi, lui aveva una clausola rescissoria che avrebbe esercitato solo se non fosse stato felice. Clausola che lui ha stracciato. Quando era ritornato al Milan sempre come calciatore ha avuto dei problemi ed è durato poco, ha i soldi incassati nei mesi di permanenza. Ha iniziato un percorso nell'area tecnica, contribuendo molto sul mercato brasiliano. E poi ha competenza, è poliglotta".

Sulla questione stadi in Italia: "In Italia c'è una situazione tale che Infantino ci ha definito peggio del Gabon. Lo stadio di Milano è molto bello, ma è stato costruito nel 1926. Non tutti sanno che 'San Siro' era originariamente era del Milan. Ora le società devono decidere se rimanere lì, soluzione che per me è la migliore; oppure fare uno stadio nella zona del Trotto. A Milano ci sono grandi opportunità per fare uno stadio, che deve essere in comune fra Milan e Inter. I rapporti fra i tifosi, straordinari ed abituati a convivere, fanno sì che si possa continuare con uno stadio comune".

Sul derby di Milano: "Ci andrò. Sarà un derby che finalmente dopo tanti anni vede le due milanesi davanti alle romane. Una partita fondamentale per la Champions, il mio augurio è che vadano entrambe".

Sul caso Mauro Icardi: "Beppe Marotta faceva il direttore sportivo a Monza, lo conosco da quando ero ragazzino e non mi permetto di giudicare in casa altrui".

Sulla possibilità che si facciano i playoff anche in Serie A: "Il problema delle Serie A sono le Nazionali. Il calendario è compresso. In Serie B e in Serie C si può fare perché non ci sono di mezzo le coppe europee e le Nazionali che portano via i giocatori. È una questione di spazi, bisognerebbe in questo caso ridurre il numero delle squadre".

Sul Monday Night, che in Spagna sono in procinto di abolire: "Monday night ce ne sono pochissimi. Si potrebbe fare quando finiscono i contratti televisivi, che finché ci sono vanno rispettati".

Su chi gli ricorda Piatek: "Nessun giocatore è uguale a un altro, ma in certi movimenti mi ricorda Andriy Shevchenko. Anche se per arrivare ai suoi livelli ne ha di strada da fare".

Sui giovani italiani che hanno sempre più spazio: "Mi sembra di vedere un'inversione di tendenza. Le annate dei calciatori sono come quelle del vino. Adesso stanno uscendo 3-4 giocatori di livello europeo. Anche nel mio Milan mi ricordo che ci erano a livello di giovani annate straordinarie, altre un po' meno. Federico Chiesa? Me lo ricordo da ragazzino quando giocava nei tornei giovanili a Forte dei Marmi. Non era così forte come adesso".

Sul Milan in Champions League: "Mi manca moltissimo, era la nostra vita e lo abbiamo dimostrato. Che il DNA nostro fosse la Champions è risaputo".

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